Il Covo di Campocavallo sarà benedetto da Papa Francesco
OSIMO – Era il 13 agosto 1939. Come ringraziamento alla Madonna per il ritrovamento, dopo il furto sacrilego che aveva scosso profondamente l’intera comunità, del quadro prodigioso conservato all’interno del Santuario della Beata Vergine Addolorata di Campocavallo, alcuni contadini intrecciarono delle spighe di grano, tante quante fossero necessarie a formare una grande corona, per poi portare il manufatto in processione fino alla chiesa: nacque così, da un gesto molto semplice nato dall’iniziativa dei fedeli, il primo covo. Ebbene, da 75 anni, ancora, ogni prima domenica di agosto, quel gesto si ripete.
Era il 13 agosto 1939. Come ringraziamento alla Madonna per il ritrovamento, dopo il furto sacrilego che aveva scosso profondamente l’intera comunità, del quadro prodigioso conservato all’interno del Santuario della Beata Vergine Addolorata di Campocavallo, alcuni contadini intrecciarono delle spighe di grano, tante quante fossero necessarie a formare una grande corona, per poi portare il manufatto in processione fino alla chiesa: nacque così, da un gesto molto semplice nato dall’iniziativa dei fedeli, il primo covo. Ebbene, da 75 anni, ancora, ogni prima domenica di agosto, quel gesto si ripete. Sono cambiate tante cose in così tanti decenni, eppure ciò che resta immutato è proprio quell’atto genuino di devozione e ringraziamento, capace di un’opera tanto umile ma in egual modo elevata, semplice e tuttavia elaborata. Lo spirito della festa del Covo di Campocavallo sembra proprio non voler invecchiare. Sono quelle stesse facce e quelle stesse mani e quei covi, che ogni anno sfilano per le vie della frazione, a dimostrarlo. Basta osservarli per capire come, pur appartenendo ad un anno specifico, siano in qualche modo senza tempo, siano gli stessi che avremmo potuto guardare nel 1939 e che si potrebbero trovare in un futuro lontano, finché questa tradizione avrà vita. Stesse fatica e pazienza, perizia e abilità in quelle mani diverse, stessi orgoglio e felicità, stupore e ammirazione in quei visi che si sono alternati negli anni, veri capolavori tutti i covi, a prescindere dall’anno di esecuzione. Proprio la continuità con il passato e le radici che la festa incarna, la genuinità e la verità dei sentimenti che l’hanno fatta nascere e che ogni anno la spingono a ripetersi, la sobrietà e l’umiltà che sottintendono alla creazione di queste opere d’arte, fatte appunto di grano, rendono questa festa tanto speciale e “adatta” più che mai ai tempi che corrono. Questo ha voluto sottolineare il Sindaco Simone Pugnaloni intervenuto con gli altri rappresentanti dell’Amministrazione Comunale alla cerimonia. Tutto quello che il covo rappresenta si sposa allora alla perfezione con quei valori che Papa Francesco invita a preservare e custodire e, laddove si siano persi, a ritrovare. Ecco perché il covo realizzato quest’anno riproduce proprio la Basilica di San Pietro a Roma ed ecco perché, il 27 agosto, partirà per la Città Eterna per essere benedetta dal pontefice. Tra gli ospiti che hanno preso parte alla tradizionale processione dei covi ricordiamo i rappresentanti della Regione Marche Assessore Paola Giorgi ed il Dirigente Raimondo Orsetti, padre Olindo Baldassa, alcuni gruppi folkloristici dalla Polonia e dall’Argentina. Con l’occasione invitiamo tutti coloro che volessero approfondire le radici di questa tradizione al secondo dei “Mercoledì di Agosto della Cultura”, una rassegna di incontri con lo scopo di conoscere meglio Osimo, la sua storia e le sue tradizioni organizzata dall’Assessorato alla Cultura che si terrà tutti i mercoledì. Il13 Agosto alle 21. 30 presso l’atrio del Palazzo comunale, si avrà l’incontro “Il Covo di Campocavallo. La tradizione che vive nel presente. Dalle spighe di grano al capolavoro artistico”, i cui relatori saranno gli stessi membri del comitato organizzatore della festa, gli artefici degli splendidi manufatti. Ci saranno anche dimostrazioni e laboratori d’intreccio e si potrà ammirare anche il covo realizzato quest’anno.