Tombolini “Mai abbassata la guardia sulla derattizzazione. Ma non è allarme”
NUMANA – Pantegane in vista. E anche tante, almeno a sentire le segnalazioni di privati cittadini protagonisti di sgraditi incontri. In centro, persino in piazza, e a Marcelli, qualche giorni fa, e agli Svarchi e in via Cavour. Brutti incontri di cui i numanesi farebbero volentieri a meno.
Pantegane in vista. E anche tante, almeno a sentire le segnalazioni di privati cittadini protagonisti di sgraditi incontri. In centro, persino in piazza, e a Marcelli, qualche giorni fa, e agli Svarchi e in via Cavour. Brutti incontri di cui i numanesi farebbero volentieri a meno. Eppure l’opera di derattizzazione continua come sempre, assicura il primo cittadino Gianluigi Tombolini “Il territorio comunale è disseminato di esche nei limiti previsti dalla normativa. I topicidi non possono essere potenziati, né troppo aggressivi, pena mettere a rischio l’incolumità di altri animali come cani e gatti che potrebbero essere vittime del veleno. Una delle cause potrebbe risiedere nell’apertura in prossimità della bella stagione delle case rimaste chiuse durante l’inverno”. Qui le pantegane rimangono indisturbate nei mesi freddi protette anche dalle esche. “Probabilmente i ratti si ‘fortificano’ rispetto al mangime velenoso che rimane sempre quello, per i motivi che ho spiegato prima. Numana comunque non è la città delle pantegane, continua a rimanere la città delle tartarughe”. L’ufficio tecnico assicura da parte sua che sono state compiute anche quest’anno le operazioni di lotta alla pantegana. Le esche sono state messe, ma solo nei luoghi pubblici. Vale a dire che le proprietà private continuano a rimanere prive di “protezione”, senza contenitori topicidi, vista l’impossibilità di intervenire in proprietà privata. Gli uffici assicurano anche che non sono state ricevute segnalazioni in numero maggiore rispetto agli anni scorsi e che comunque là dove arrivano si interviene prontamente. Come nel caso di un paio di settimane fa. In un cantiere rimasto abbandonato a Marcelli, si era creato l’habitat ideale per il proliferare dei topi e qui c’è stato un tempestivo intervento.