“Mangia come parli”, presentato a Portonovo ieri il libro della vice di Slow Food
PORTONOVO – Un vocabolario, una mini enciclopedia o un vademecum di sopravvivenza per districarsi nella foresta tropicale che avvolge la parola “cibo”? Niente di tutto questo rappresenta il senso del libro scritto da Cinzia Scaffidi, Vice Presidente di Slow Food Italia, ha presentato ieri a Portonovo.
Un vocabolario, una mini enciclopedia o un vademecum di sopravvivenza per districarsi nella foresta tropicale che avvolge la parola “cibo”? Niente di tutto questo rappresenta il senso del libro scritto da Cinzia Scaffidi, Vice Presidente di Slow Food Italia, ha presentato ieri a Portonovo, presso il ristorante Da Emilia. Il volume, dal titolo: “Mangia come parli”, costringe a prendere coscienza di quanto il cibo e le nostre azioni quotidiane a esso connesso siano essenziali. E la Scaffidi porta il lettore a comprendere che nessuna parola legata al cibo è ovvia e a cercare di percorrere il filo che da questa porta a capire quello che compriamo, mangiamo, vendiamo come cibo. Dire ad esempio che un formaggio è prodotto con il latte non basta. Dovremmo sapere come sono stati trattati gli animali che hanno prodotto il latte, cosa hanno mangiato, di quale razza sono, se è una razza del luogo in cui sono stati allevati o no, e dove sta questo luogo, insomma da dove viene il latte di quel formaggio, quali trattamenti ha subito, chi sono le persone che si sono incaricate della trasforma¬zione del latte in formaggio, quale tipo di relazione hanno con quel lavoro, e via di questo passo. In questo vi è tutta la filosofia di Slow Food, ovvero: “Buono, pulito, giusto”. Dal libro, infatti, siamo portati a badare bene alle parole con cui parliamo di alimentazione e siamo quindi condotti, in modo concreto, leggero e persuasivo, parola per parola, a entrare nei meccanismi profondi che regolano la nostra vita sociale e personale. E così, infine, siamo invitati pressantemente a riprendere il controllo delle nostre scelte. Dalla riflessione sulle parole siamo sollecitati a ragionare sui fatti, sulle azioni da compiere per conquistare una cultura del cibo più con – sapevole della sbadataggine indotta dal consumismo.
Ufficio Stampa Slow Food