La pianta del Viburno del Conero, la sua magia e la lira di Orfeo
“Sulla cima d’un colle verde d’erba tenera, giunse Orfeo, e toccò le corde della cetra:e subito d’intorno nacque l’ombra. E apparve la quercia e l’albero delle Eliadi, e l’ischio dalle alte fronde, il tiglio delicato, il faggio, il vergine lauro, il fragile nocciòlo, il frassino utile per l’aste, l’abete senza nodi, il leccio curvato dalle ghiande, il platano felice, l’acero di vari colori, il salice che vive lungo i fiumi e il loto delle acque, il bosso sempre verde e l’umile tamerice, il mìrto di due colori e il viburno dalle bacche cerule”. da “Cyparissus” di Salvatore Quasimodo
Dietro ogni pianta c’è la magia, la poesia di una storia, fiaba o mito.Oggi ci accompagna il passo di Quasimodo dove troviamo il fascino del mito Orfico che tanto aveva affascinato il movimento Simbolista, in questo racconto troviamo l’immagine di un luogo pullulante di creature che nascono dalla melodia
“Sulla cima d’un colle verde d’erba tenera, giunse Orfeo, e toccò le corde della cetra:e subito d’intorno nacque l’ombra. E apparve la quercia e l’albero delle Eliadi, e l’ischio dalle alte fronde, il tiglio delicato, il faggio, il vergine lauro, il fragile nocciòlo, il frassino utile per l’aste, l’abete senza nodi, il leccio curvato dalle ghiande, il platano felice, l’acero di vari colori, il salice che vive lungo i fiumi e il loto delle acque, il bosso sempre verde e l’umile tamerice, il mìrto di due colori e il viburno dalle bacche cerule”. da “Cyparissus” di Salvatore Quasimodo
Dietro ogni pianta c’è la magia, la poesia di una storia, fiaba o mito.Oggi ci accompagna il passo di Quasimodo dove troviamo il fascino del mito Orfico che tanto aveva affascinato il movimento Simbolista, in questo racconto troviamo l’immagine di un luogo pullulante di creature che nascono dalla melodia della lira suonata da Orfeo. Ed è dalla lira di Orfeo che nasce, tra le altre forme vegetali narrate in questa poesia, il Viburno pianta che cresce nel Parco del Conero sotto forma di arbusto libero e di cui ho raccolto e tinto il vegetale. Il genere Viburnum della Famiglia delle Caprifoliaceae comprende circa 200 specie di arbusti sempreverdi originari dell’ Asia e dell’ Europa. I viburni sono resistenti e longevi robusti e necessitano di poche cure. Nel Parco del Conero lo possiamo ammirare nella oasi verde circostante al Centro Visite.Alcune specie fioriscono in primavera, mentre la gran parte delle sempreverdi fiorisce sia in primavera che in autunno-inverno. I viburni, di forma arrotondata o eretta, hanno foglie ovali o lanceolate e quasi tutti producono bacche e fiori riuniti a ombrella.Sono specie coltivate sia per il fogliame che per i fiori, belli e molto abbondanti, solitamente bianchi e profumati, riuniti in grappoli o in grossi corimbi talvolta appiattiti. Nel nostro Paese crescono spontanei nei boschi di querce il Viburnum opulus (palla di neve) e il Viburnum tinus. La pianta è molto rustica, non richiede potature e difficilmente si ammala. Oltre al gradire la mezz’ ombra, sopporta bene anche l’ombra, e sotto gli alberi di querce dove è stata posta ce n’è molta, e lì vive benissimo magari fiorendo un po’ meno. Il suo portamento è morbido, espanso, se non si interviene con le potature regala fioriture in gran profusione, fiori aggraziati che, in primis, sono boccioli rosa scuro e aprondosi diventano piccoli merletti bianco avorio. Nell’opera realizzata con questo vegetale sono intervenuta utilizzando la tempera all’uovo che le ha dato una luminosità calda e intensa, ero infatti particolarmente interessata a rievocare le tanto affascinanti e meravigliose atmosfere orfiche.Non resta che dire:“ La sperimentatone continua”
Elisa Latini