IL CASO/Al centro accoglienza di Porto Recanati Solidale anche immigrati. Ma sono terremotati dell’Hotel House
PORTO RECANATI – La deriva razzista è sempre in agguato e le notizie, non suffragate ma lasciate a una solo superficiale valutazione, corrono veloci mietendo polemiche, perplessità e indignazione, in molti casi inutili. Anche sul tragico evento terremoto la deriva viene superata, con considerazioni, come nel caso di Porto Recanati, del tutto superflue.
Questo il fatto: ieri è apparso sul social più seguito del web, facebook, un post inquietante dove un osimano di buona volontà ha comprato prodotti per l’igiene della persona con l’obiettivo di donarli al centro Porto Recanati Solidale. Giunto personalmente a portare lo scatolone si è accorto della presenza di immigrati cui venivano consegnati beni di prima necessità. Da qui la considerazione, affrettata, che quanto arriva al centro accoglienza va poi distribuito anche agli immigrati. Così non è. Abbiamo infatti contattato
OSIMO – La deriva razzista è sempre in agguato e le notizie, non suffragate ma lasciate a una solo superficiale Emilio Pierini che insieme a un gruppo di una decina di persone ha dato vita al punto raccolta e distribuzione di Porto Recanati già all’indomani del sisma di Amatrice e che in questi giorni a ritmo di 14 ore al giorno porta assistenza, beni e conforto alle popolazioni terremotate della provincia di Macerata.
“Si tratta di immigrati dell’Hotel House – chiarisce Pierini – colpiti anch’essi nelle abitazioni dalle scosse della scorsa settimana. Come sappiamo nella enorme struttura sono ospitati molti immigrati e l’ultimo piano ha subito danni consistenti. Gli abitanti del 17° piano sono fuggiti in strada in preda al panico e ancora oggi dormono nelle campagne o nelle spiagge in attesa che vengano allestite strutture più idonee ad accoglierli. Noi come accoglienza stiamo lavorando in collaborazione con il Comune di Porto Recanati e nel caso specifico degli immigrati terremotati di concerto con l’imam che si preoccupa di distribuire e farci pervenire le esigenze dei 150 200 abitanti dell’Hotel House scappati dai crolli delle proprie abitazioni”. Emilio tiene a sottolineare che il lavoro viene svolto a stretto contatto con l’imam e che comunque si tratta di terremotati anche se stranieri. Così stanno le cose, per chiarezza di informazione e per non dare seguito a considerazioni troppo superficiali che potrebbero andare a inquinare il limpido lavoro di volontariato svolto in nome della solidarietà.
nella foto i pacchi iconsegnati stamattina a Muccia, Pievetorina e Plevebovigliana