La manifestazione delle Civiche contro la chiusura di pneumologia. E Pugnaloni “Chi ha detto che chiude?”
OSIMO – Una manifestazione pacifica quella indetta per questa sera dalle Liste Civiche per protestare contro la chiusura del reparti di pneumologia dell’ospedale di Osimo. Una manifestazione che chiama a raccolta alle 21. 30 in piazza Boccolino. Una manifestazione che però rischia di essere fatta per un nulla. Da quanto diffuso dal sindaco Simone Pugnaloni, infatti, non c’è proprio nessuna chiusura ma solo un avvicendamento richiesto dal piano ferie del personale medico e sanitario. Una spiegazione che ha lasciato più di un osimano perplesso, altri concittadini si sono anche
scagliati contro il commento tacciato di essere falso.
Di fatto di fronte alle voci che in questi ultimi giorni si sono susseguite in modo anche caotico e forse disinformato, il primo cittadino ha diffuso una nota attraverso il suo canale social nella quale parla di strumentalizzazione di una informazione, la chiusura dell’ospedale, del tutto falsa fatta a bella posta dalla opposizione. E scrive “Pneumologia non chiude. La collaborazione tra ospedali che dipendono dall’area vasta 2 nel periodo delle ferie prevede che gli stessi si interscambino il personale medico. Per tale ragione durante l’estate alcuni dei medici della Pneumo di Osimo aiuteranno Jesi e alcuni chirurghi da Jesi verranno ad operare ad Osimo. I posti letto rimangono gli stessi, sarà il reparto di Medicina ad aiutare i malati con problemi respiratori e comunque un pneumologo ci sarà sempre. Intanto durante l’estate Inrca ed Asur termineranno di mettere a punto il progetto di integrazione e l’area vasta 2 metterà a bando il 1 stralcio dei lavori di ampliamento del pronto soccorso. Dispiace l’allarmismo degli avversari che ancora dichiarano palesemente di preferire la sanità privata (ospedale della provvidenza) a quella pubblica”.
Un chiarimento dovuto di fronte al tanto allarmismo che già si era diffuso in città. Un chiarimento però che ancora per molti è solo un pretesto, un modo quasi per nascondere una vera o presunta chiusura del reparto. E c’è già chi chiede le dimissioni se a settembre tutto non tornerà alla normalità.