L’Ente Parco avvia la fase del progetto pilota REM Rete Ecologica Marchigiana del Conero
PARCO DEL CONERO – L’Ente Parco avvia la fase progettuale della REM Rete Ecologica Marchigiana del Conero, insieme agli altri firmatari del protocollo d’intesa, 9 Comuni (Agugliano, Ancona, Camerano, Castelfidardo, Loreto, Numana, Offagna, Osimo e Polverigi), 2 Province (Ancona e Macerata) e la Regione Marche. La REM è occasione speciale per parlare delle schede del Progetto Ambientale d’Area, a partire da quella pilota redatta da Ludovico Caravaggi Vivian architetto dell’Ente Parco del Conero, per la realizzazione delle zone esterne a verde, della nuova scuola elementare in corso di realizzazione in località Marcelli di Numana. Questo progetto infatti si inserisce nelle azioni di riqualificazione e rafforzamento del sistema urbano delle Stepping stones e dei sistemi di connessione locali, per estendere e rafforzare i collegamenti ecologici nelle aree a maggior frammentazione. ‘La nuova area verde –spiega Caravaggi-
sarà parte integrante della scuola per assolvere con maggiore efficacia alla funzione didattico divulgativa per la conoscenza dell’intera rete ecologica e della biodiversità, trasferendo sensibilità preziose alle nuove generazioni. Con le risorse già disponibili, finanziate dalla regione Marche, sarà possibile realizzare analoghi interventi in altri Comuni per far crescere il verde e la sensibilità ambientale sui valori della REM con una visione finalmente ampliata e comunicante tra il parco e i territori di area vasta’. La realizzazione di un progetto ambientale d’area per l’attuazione della REM nell’area del Conero rappresenta opportunità di approfondimento delle conoscenze ambientali per un territorio che si allarga ben oltre i confini del parco, inglobando di fatto l’idea stessa di area contigua per diffondersi ad una ben più appropriata area vasta.
Si supera così il concetto di “isola protetta” in un mare di “altro” per favorire finalmente e con maggiore evidenza la diffusione di quelle buone pratiche di cui il parco è sede di sperimentazione e protagonista da decenni. ‘In questa ottica di orizzonte allargato,-continua Caravaggi- il parco del Conero non è quindi il fortino assediato e costretto dall’abbraccio infrastrutturale che ne delimita in modo artificioso una sub regione omogenea, ma diventa il cuore pulsante da cui tracciare, conservare o potenziare corridoi e legami perché i processi biologici possano propagarsi nei loro benefici effetti.
Questo è possibile, come dimostra lo studio, e ancor più indispensabile per quell’auspicato bisogno di benessere e sostenibilità che in fondo costituiscono gli obiettivi principali di una società’. Nonostante le condizioni talvolta critiche in cui versa, il reticolo idrografico minore del bacino dell’Aspio-Musone è l’arteria principale di tale rete che possa garantire continuità ai processi vitali di questo ampio territorio. ‘Il fatto –conclude l’ architetto del Parco- che questo primo esempio di virtuosa collaborazione su una pianificazione ambientale di area vasta sia stata realizzata dal primo parco naturale delle Marche, in fondo è la testimonianza di una maturità che in questi 30 anni di Conero ha saputo trovare sempre nuove risorse e impegno’.