REBEL SOUND ITALY/Enrico Filippini, dj, musicista, compositore amato dai ragazzi
L’artista che vi proponiamo oggi non ha bisogno di tante presentazioni.
Abbiamo l’ onore e il piacere di avere con noi ENRICO FILIPPINI; compositore, musicista e DJ che per una marea di giovani aspiranti è stato, e lo è tutt’ ora, un punto di riferimento.
Nasci prima come musicista o come DJ?
“Decisamente come musicista. Il mestiere del dj è venuto
quasi per caso e con l’avvento delle radio private.”
Dai, parlaci del tuo percorso come musicista.
“Niente di più facile che iniziare a suonare in una casa in cui mio padre suonava il pianoforte, i miei fratelli maggiori basso e chitarra. Ho vissuto in pieno gli anni sessanta, nonostante fossi un adolescente, Beatles, Rolling ed Hendrix su tutti e da lì ho iniziato a strimpellare chitarra e pianoforte. Poi i primi anni 70 con le rivoluzioni studentesche e la musica americana della West Coast ed i cantautori italiani. Di conseguenza al lavoro in radio, ho ben pensato di cominciare a farmi dei jingles da solo, da utilizzare nelle mie trasmissioni. Successivamente ho iniziato a collaborare con uno studio milanese ed ho fatto negli ottanta e novanta i jingles di tutti i maggiori network radiofonici italiani. Nel 88 ho iniziato a comporre sigle e pubblicità per Mediaset, per i quali ho fatto la sigla del TG4 e Studio Sport e molte altre. Alla fine dei 90 ho iniziato la collaborazione con la RAI facendo l’intero vestito musicale di Radio Due, che è andato in onda per successivi 12 anni. In contemporanea, pubblicità nazionali e musiche per film, tipo Cado dalle Nubi di Zalone, Amore 14 di Moccia, M’innamoro di te dei Vanzina ad altre.”
Se non ricordo male hai anche scritto e prodotto dei brani inediti, ci parli un po’ di questa esperienza?
“Nei primi anni 80 ho fatto uscire dei mix di musica dance. Bar Code, altri due a mio nome, Dj’s never Sleep, ed altre produzioni che non sono poi andate così male. Con il crollo delle vendite dei dischi ho poi abbandonato queste produzioni preferendo concentrarmi sul broadcasting”
Il tuo percorso da DJ invece come si è sviluppato?
“Ho iniziato a suonare dischi a Radio Centrale ad Ancona e nel 1975 anche in discoteca. Poi ancora radio ma principalmente discoteca. Credo di aver suonato in tutte le più note disco delle Marche e non solo”
Quanto ha influito la conoscenza della musica sul tuo modo di fare il DJ e viceversa?
“Essere musicista è stato fondamentale per il lavoro di dj. Sicuramente ero avvantaggiato perlomeno per riconoscere al volo tonalità e stile dei pezzi. Poi ho trasportato la mia passione di musicista anche in discoteca, cominciando, nel 78, ad utilizzare sintetizzatori, batterie elettroniche sequencers anche nelle mie scalette dance”
Che cos’è la musica per te?
“Passione, vita e lavoro”
Che ne pensi del mondo della discografia e dei talent?
“Trovo i talent molto pericolosi. Non credo possano contribuire alla crescita musicale dei giovani, ma in compenso sono un modo per mettere sotto contratto a vita dei talenti che una volta spremuti vengono abbandonati al loro (triste) destino. Naturalmente son proprio le case discografiche a spingere per creare questi talent. Oggi hanno mercificato la musica, nel vero senso della parola e ci son troppi imbrogli ed interessi sotto il mercato musicale. Non mi piace.”
Quindi, abbiamo il piacere di avere con noi Mr. Enrico Filippini, musicista a tutto tondo e DJ che ha fatto letteralmente scuola e non posso non girarti la questione che sui social rimbalza in continuazione; i DJ “suonano” o suonano solo i musicisti?
“Alcuni dj suonano, come me del resto, altri credo propongano musica. Ma il discorso vale anche per coloro che fanno serate suonando su basi preconfezionate. Trovo sterile questa polemica tra musicisti e dj’s. Per me l’importante è far divertire la gente, il resto lascia il tempo che trova”
Hai curato la Direzione Artistica de “La Notte dei DJ” evento di solidarietà per la popolazione di Camerino colpita dal terremoto, com’è stata questa esperienza?
“Faticosa! Ahahah, no dai, sto scherzando! E’ stato un piacere mettermi a disposizione per un bell’evento di solidarietà sincronizzando i miei numerosi colleghi intervenuti. Spero che questa serata abbia un seguito poiché le cose da fare per il cratere del terremoto sono ancora tantissime. Non dobbiamo fermarci solo ad una serata, dobbiamo ricordarci della gente che sta in quei paesi e che ancor oggi sentono tremare la terra”
Io di solito aggiungo una chiusura ma questa volta mi viene solo da dire che quest’ uomo qua è una di quelle “orecchie fine” che in giro sono rare da trovare.
Ciao Enrico, grazie per essere stato con noi.
Cristiano Casoni
Rebel Sound Italy