Legambiente presenta il dossier Mal’Aria: Pesaro ha superato il limite per PM10, mentre Ancona per Ozono.
ANCONA – Il 2017 si chiude ancora nella morsa dello smog. È quanto emerge da Mal’Aria “L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, il rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane che Legambiente presenta oggi alla vigilia del vertice di Bruxelles sulla qualità dell’aria. Un incontro, rivolto agli otto paesi in procedura di infrazione, tra cui c’è anche l’Italia, e fortemente voluto dalla Commissiona Europea che in questi giorni ha lanciato anche un ultimatum al nostro paese,
chiedendo al ministro dell’ambiente Galletti aggiornamenti sulle misure pianificate dall’Italia in materia di inquinamento atmosferico. In mancanza di misure concrete ci sarà il rinvio alla Corte di giustizia europea con inevitabili e salatissime multe per l’Italia.
Nelle Marche, in particolare, ad aver sforato il limite annuo di polveri sottili troviamo Pesaro (via Scarpellini), che si classifica penultima tra le 39 città fuorilegge italiane con 38 giornate oltre il limite dei valori consentiti dalla legge di 50 microgrammi/metro cubo per un massimo di 35 giorni all’anno. Nei primi 29 giorni di gennaio, inoltre, sono già preoccupanti gli sforamenti registrati da alcune centraline di monitoraggio: Pesaro (13), Ancona Cittadella (7), Falconara Scuola (9), Fano (9). Dati che confermano un livello complessivo regionale ancora di elevata criticità.
Per quanto riguarda l’Ozono, invece, ad Ancona la centralina di Cittadella ha registrato nel 2017 il superamento del limite di 25 giorni annui concessi con 29 sforamenti totali.
“Per contrastare in maniera efficace l’inquinamento atmosferico, è indispensabile andare verso un modello di mobilità diverso, potenziando il trasporto sul ferro, migliorando il servizio di trasporto pubblico e adottando politiche più decise a favore dei veicoli elettrici, che maggiormente necessitano di stimoli e sostegno – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – Nell’ambito di una politica di prevenzione dell’inquinamento è fondamentale, infatti, incentivare l’acquisto delle auto ibride attraverso il potenziamento delle infrastrutture di ricarica dell’elettrico, dando quindi seguito al recente decreto con cui la Regione ha deliberato un investimento di fondi statali per la costituzione di una rete di ricariche nei capoluoghi di provincia e nelle principali località costiere, per un totale di 22 colonnine. Occorre, inoltre, ripartire da un diverso modo di pianificare gli interventi nelle nostre città, con investimenti nella mobilità collettiva, partendo da quella per i pendolari, nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbano. Infine, deve essere una priorità realizzare la metropolitana di superficie che colleghi in maniera veloce e frequente tutte le località della costa marchigiana.”
Legambiente ricorda, inoltre, che l’Italia è il Paese in cui si vendono ancora più auto diesel (56% del venduto tra gennaio e ottobre 2017 contro una media europea del 45%), e dove circolano auto e soprattutto camion tra più vecchi d’Europa (quasi 20 anni di età media). Per l’associazione occorre, invece, sostenere ed accelerare il processo di potenziamento del trasporto pubblico locale, per renderlo sempre più efficace e affidabile e la sua trasformazione verso un parco circolante completamente elettrico, come varato dal piano del comune di Milano da qui al 2030 o come cominciato a fare dall’azienda del trasporto pubblico torinese su alcune linee. Senza tralasciare la riqualificazione degli edifici pubblici e privati che dovrebbero riscaldare senza inquinare; il rafforzamento dei controlli sulle emissioni di auto, caldaie ed edifici; intervenire specificatamente sulle aree industriali e portuali. Da ultimo, ma non meno importante, ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città aumentando il verde urbano.