Distretto del Bio nelle Marche, Carloni “Diventeremo punto di riferimento in Italia e non solo”
ANCONA – Fare delle Marche il più importante riferimento bio in Italia, ma anche al di fuori dei confini nazionali, in Europa, con la costituzione del Distretto Bio più rilevante del Paese.
Pensa in grande Mirco Carloni vice presidente della Regione Marche, anche Assessore all’Agricoltura.
Pensa in grande perché ben conosce le potenzialità di questa regione così attiva, lungimirante e dinamica nel mondo del biologico.
Basta qualche dato: nelle Marche gli agricoltori che hanno creduto e credono nel biologico sono 4000, i tassi di consumo di prodotti bio si attesta al 7%, molto al di sopra della media nazionale che si ferma al 4.
E allora via con il Distretto del Bio, nuova entità che da qui a qualche settimana dovrebbe trovare un proprio inquadramento normativo ma soprattutto adesioni di piccoli, medi e, perché no, anche grandi imprenditori agricoli.
“Solo le Marche possono dare lezioni in questo settore e non solo in Italia” sottolinea Carloni”.
Un Distretto Bio che abbia come riferimento diretto la Regione e che da questa, nelle intenzioni dell’Assessore, possa essere tenuto a battesimo e sostenuto, anche finanziariamente negli anni, con interventi ad hoc.
Uno stanziamento di fondi poderoso, 100 mila euro per la sua costituzione e avvio, con l’idea di far seguire bandi mirati del Programma di sviluppo rurale, con 25 milioni di euro, per il 2021, destinati alle aziende che producono biologico, più altri 18 milioni riservati alle filiere di qualità e ai prodotti locali.
In realtà il progetto Distretto Bio dell’assessorato marchigiano rientra in una terna di proposte che ne prevede anche uno riservato ai prodotti certificati e uno per prodotti di prossimità.
“Valorizzare al massimo questa opportunità – continua Carloni – che abbiamo, eredità decine di anni di lavoro da parte dei nostri agricoltori, veri custodi della terra che hanno saputo coltivare e mantenere le biodiversità, praticando un’agricoltura sostenibile.
Oggi la Regione Marche vanta la maggiore percentuale di produzione biologica (circa il 23% della complessiva), su una superficie di 110 mila ettari.
Dati sempre in crescita grazie al numero di produttori e dei consumi del biologico sulla media nazionale”
Una base significativa dalla quale prendere il via, volano di un progetto che potrebbe veramente segnare un cambio di rotta nell’economia agricola, e nel prestigio, della Regione Marche.