Priorità alla Scuola oggi in presidio a Roma contro il dietrofront del governo sulla riapertura al 100%
È vergognoso e inaccettabile che, dopo 14 mesi dall’inizio della pandemia, con due anni scolastici fondati sulla Didattica a Distanza, ancora non sia stato fatto NULLA per risolvere i problemi strutturali della scuola e dei trasporti.
È vergognoso e inaccettabile che il Governo stabilisca ulteriori rinvii in spregio del diritto all’istruzione e allo studio per milioni di ragazzi e ragazze.
È vergognoso e inaccettabile che il Governo nel stesso momento consenta la riapertura di tutte le attività economiche e sociali e tenga chiusa la scuola, che viene considerata come il focolaio principale per la diffusione del virus, insieme ai ragazzi che la frequentano.
È vergognoso e inaccettabile che anche questo Governo accompagni lo sfaldamento istituzionale e sociale in corso: dal rapporto con le Regioni alla “scuola à la carte”, lasciando una “libertà di scelta” che mina qualsiasi patto sociale e qualsiasi idea di scuola pubblica.
Si teme fortemente che a scuole chiuse continuerà l’inattività del Governo e delle amministrazioni locali in merito ai problemi della scuola (e dintorni).
Basta un solo esempio: in questi mesi con la proclamazione della chiusura delle scuole nelle zone rosse ha corrisposto regolarmente la riduzione del trasporto pubblico, anziché la pianificazione del potenziamento per favorire il rientro a scuola.
Da un anno Priorità alla Scuola indica le criticità su cui intervenire, e sostiene che sia necessario un reale capovolgimento della questione: se le aule non sono adatte ad accogliere il 100% degli alunni, allora devono essere rese adeguate a tal fine; se i trasporti ancora non sono sufficienti, allora devono essere potenziati ulteriormente; se le varianti sono maggiormente contagiose, allora si deve procedere con contromisure efficaci, fra cui, a titolo esemplificativo, gli screening periodici e la dotazione per le aule di efficaci sistemi di aerazione; se gli organici sono carenti, gli orari completi e la continuità della didattica una chimera, allora si deve procedere a un serio piano di assunzioni che preveda anche la stabilizzazione dei lavoratori della scuola precari (insegnanti e personale ATA).
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