L’occupazione torna a crescere, Uil Marche: “Tante assunzioni sono precarie, occorre rendere la ripresa strutturale”
ANCONA – Torna a crescere l’occupazione nelle Marche ma senza una maggiore stabilità lavorativa il rischio è che la ripresa sia solo un fuoco di paglia dopo il terribile 2020 tra lockdown e restrizioni dovute alla crisi pandemica. Sono le riflessioni della Uil Marche alla lettura dei dati dell’Osservatorio regionale sul lavoro del primo semestre che vedono 148mila nuovi posti di lavoro (+24.4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) concentrati soprattutto nel periodo aprile-giugno, con il graduale allentamento delle misure anti Covid. “Dopo un anno e mezzo di buio l’autunno 2021 ha portato la luce infondo al tunnel con una ripresa economica, che speriamo non sia solo un rimbalzo positivo ma sia duratura – auspica Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche –
Ciò ha determinato nella nostra regione un aumento della domanda di lavoro delle imprese private, dell’industria, dei servizi e soprattutto del settore manifatturiero. Ma una ripresa strutturale non può prescindere dal lavoro stabile e di qualità, elementi che faticano a caratterizzare il mercato del lavoro marchigiano visto l’importante utilizzo del lavoro interinale”. La maggior parte delle attivazioni, infatti, riguarda il lavoro intermittente. Per quanto riguarda i contratti di lavoro a tempo indeterminato, se ne sono attivati 6500, più del doppio rispetto al primo semestre 2020. Il saldo assunzioni – cessazioni è positivo in entrambi i trimestri considerati dell’anno in corso: +18.913 unità tra gennaio e marzo e +15.443 nei tre mesi successivi.
“È il momento – aggiunge la segretaria Mazzucchelli – di porre fine ai mali endemici che affliggono il nostro mercato del lavoro: precarietà, mancata applicazione dei contratti, salari insufficienti, part time involontari che determinato l’aumento delle diseguaglianze sociali ma anche un freno alla nostra economia e alla capacità di competere. La domanda di lavoro cresce per entrambe le componenti di genere ma soprattutto per le donne le cui assunzioni aumentano dell’80,5% in termini tendenziali e del 63,7% in termini congiunturali (rispettivamente +66,9% e +31,3% per gli uomini). L’auspicio è che sia lavoro stabile ed equamente retribuito che, proprio per le donne, è anche garanzia di indipendenza non solo economica ma anche sociale”.