Un sonetto per “scrivere” la pandemia. Lo ha composto Argentina Severini
OSIMO – Pubblichiamo il sonetto composto da Argentina Severini, personaggio ben conosciuto per le sue battaglie politiche e sociali a Osimo.
Un componimento dedicato al difficile e controverso periodo del covid, lettura efficace al di là di quale siano le posizioni di ognuno.
Ringrazio i farmacisti tutti quanti
Quest’anno sono stati dei giganti[1]
Tamponi senza sosta e anche vaccini[2]
Dai nonni, ai cinquantini e ai piccolini.
Non smetteremo mai di ringraziarli
Han sopperito a tanti tanti tarli
Prima i tamponi a tutti i resistenti[3]
Poi per le cene e tutti i vari eventi[4].
Di soldi molti più del VentiVenti[5]
Ma non è colpa loro se il Governo
Ha messo tutti noi nel peggio Inferno[6].
Rimane il fatto che ci hanno aiutato,
Pazienza e comprensione ci hanno dato
Anche se Mattarella si è scordato[7].
[1] Naturalmente tralasciando il ruolo fondamentale di medici, infermieri e personale sanitario nella sua totalità, nel secondo anno dell’emergenza sanitaria, in particolare dall’obbligo del greenpass per lavorare, i farmacisti hanno svolto un ruolo cruciale per garantire a milioni di italiani la possibilità di continuare a conservare il posto di lavoro o accedere all’università, mezzi di trasporto, locali pubblici. Io stessa, sino all’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per insegnanti, ho usufruito di questo fondamentale mezzo per continuare a svolgere la professione di insegnante. Sapevo benissimo di essere più una scocciatura che una fonte di guadagno per i due farmacisti che ogni 48 ore mi vedevano arrivare tra le 13.00 e le 15.00 circa; ma ciononostante ho sempre riscontrato in loro tanta gentilezza e garbo e per questo non smetterò mai di ringraziarli per tutto il resto della mia vita.
[2] Per di più, le farmacie sono state investite anche del ruolo di punti vaccinali di prossimità, anche in questo caso, andando a snellire ed agevolare il funzionamento della macchina complessiva attrezzata nel paese.
[3] Le farmacie, sin dall’entrata in vigore dell’obbligo di greenpass per accedere ai luoghi di lavoro, che progressivamente ha riguardato sempre più categorie, hanno dovuto affrontare giornate lavorative impossibili, in molti casi senza riuscire a garantire il servizio a tutti. Memorabile la data dell’otto dicembre in cui molte persone hanno fatto file per più di sei ore, senza magari riuscire a fare il tampone, malgrado la farmacia di turno fosse rimasta aperta sino alle 11.00 di sera.
[4] Nel balletto dei tamponi, che nella vulgata ufficiale non dovevano essere troppo incentivati per paura che venissero intesi come sostitutivi dei vaccini (attendibilità al 70%, 98%, 50%, di nuovo 98% in base alla versione utile al momento), in prossimità delle feste natalizie per le quali si prevedeva una incredibile impennata di contagi a causa della crescente variante Omicron, il Drago e il coro delle virostar in conferenza stampa suggerivano di recarsi a fare un tampone rapido prima di partecipare al classico pranzo di Natale o ad altre reunion familiari pre-post natalizie, generando il peggior caos della storia repubblicana e monarchica dell’italica nazione. Ore interminabili di coda per darsi la sicurezza di non contagiare il caro nonno o nonna che non si incontravano da mesi. In fin dei conti il Dragovern aveva assicurato che il “Natale è salvo”, quindi non si poteva rinunciare alle feste in famiglia, salvo rischiare di buscarsi il virus o l’influenza per le interminabili attese alle porte delle sempre presenti farmacie, sfinite più che mai, e ormai nostalgiche dei vecchi tempi, quando solo gli irriducibili no vax si andavano a tamponare.
[5] Naturalmente le persone, sia le ultravaccinate, che le zerovaccinate, in gran parte avevano ed hanno da ridire sull’enorme mole di incassi di cui le farmacie hanno potuto godere in questo periodo, dimenticando che ciò è accaduto loro malgrado e che spesso, hanno agevolato prezzi addirittura più bassi rispetto a quelli previsti dal governo. Il fatto che in Italia un tampone rapido costi dagli 8,00 ai 15,00 euro in media non è “colpa” delle farmacie, bensì del sempre amato Draghistan che non ha mai voluto guardare ai pari europei quali il Regno Unito, l’Olanda, o la Germania in cui i tamponi antigenici vengono forniti gratuitamente a tutte le famiglie in kit da 10 su semplice richiesta del cittadino o, in alternativa possono essere effettuati gratuitamente nelle innumerevoli postazioni messe a disposizione della popolazione che vuol essere sicura di poter frequentare spazi pubblici senza il rischio di poter infettare. Qui da noi, sbertucciati o incensati dagli incantatori di turno in base alle necessità mediatico-sanitarie del momento, i tamponi sono diventati il peggiore necessario incubo delle feste natalizie e la più facile e fruttuosa tassa indiretta della storia repubblicana.
[6] Mentre gli italiani trascorrevano le vigilie delle festività in fila al freddo davanti alle farmacie, Pennuto-man riusciva ad indispettire anche il più ligio dei cittadini al decretinismo di stato, al quale veniva detto che con il greenpass e poi ancor di più con il supermagaultragreenpass si era sicuri di stare tra persone immuni. Bugia sbugiardata da milioni di italiani costretti a quarantene interminabili malgrado la terza santifica dose dei miracoli.
[7] Il presidente Mattarella, che in coda al suo settennato, ha firmato qualsiasi decreto liberticida, ormai in preda al delirio vaccinocratico del Dragone e dei draghini, nel consueto saluto di fine anno, si è incredibilmente dimenticato di ringraziare i farmacisti, proprio nelle ore in cui, mentre lui si accingeva al cenone di fine anno, certamente i portatori del Caduceo analizzavano gli ultimi tamponi ai poveretti che per partecipare alla cena a casa degli amici, dovevano presentarsi greenpassati, salvo rimanere fuori dai festeggiamenti. I farmacisti che, con ogni probabilità hanno fatto in tempo a rientrare a casa giusto per brindare al capodanno più faticoso della loro carriera lavorativa. Be’… non lo ha fatto Mattarella, e, anche se certamente vale poco, li ringrazio io con tutta la riconoscenza possibile.