Dopo 2 legislature un operaio torna in Parlamento, è il lecchese Tino Magni
ROMA – Quella che raccontiamo non è una storia marchigiana, è una storia lombarda, ma ci piace chiamarla italiana.
Una storia che insegna come la Politica dovrebbe essere (e non è).
E’ la storia di Tino Magni, lecchese, 75 anni, operaio metalmeccanico in pensione, sindacalista, oggi dopo le elezioni dello scorso settembre senatore per SI della nostra Repubblica.
Allora partiamo da qualche dato interessante.
Tino ha iniziato a lavorare a 12 anni, morto il padre non aveva altra scelta.
Prima in piccole officine poi tanti anni in fabbrica, in quella Lecco industriosa e industriale, dove fino a qualche decennio fa le fabbriche erano tante e grandi, prestigiose.
Villaggi produttivi con annesse le abitazioni dei lavoratori.
Ha iniziato poi a fare sindacato, scalando con la sua preparazione e il suo impegno la vetta delle cariche, stando a fianco ai lavoratori, agli operai come lui, lottando e studiando la politica, facendo la politica.
Ecco Timo Magni alla ragguardevole età di 75 anni è entrato là dove la Politica si fa al massimi livelli, nell’interesse del Paese e degli italiani.
Il lavoro, il lavoro dei giovani, su questo si vuole impegnare, Tino ricorda nelle interviste rilasciate ai quotidiani, le grandi battaglie vinte grazie al fronte unico, alla compattezza delle richieste, all’impegno.
“Io ho vissuto le grandi conquiste degli anni settanta in fabbrica – dice Tino in una intervista – i consigli, l’Flm , lo Statuto dei lavoratori.
In quegli anni oltre ai diritti aumentarono i salari ci fu una redistribuzione del reddito a favore dei lavoratori,
Per farla breve la Costituzione entrò in fabbrica”.
Conquiste effimere che can gli anni ottanta e il cambio delle coedizioni contrattuali sono andate perdute, fino ad oggi.
Tino Magni rappresenta, a nostro modo i vedere, il filo diretto tra società, mondo del lavoro reale, vita quotidiana dell’italiano e Parlamento.
E non è un collegamento scontato.
Erano ben due legislature che nessun operaio sedeva alla Camera o in Senato, prima almeno qualche rappresentanza c‘era.
I suoi colleghi di partito e del sindacato sono certi che saprà portare avanti le istanze per le quali ha lavorato una vita intera.
Perché Magni non è corruttibile, e non è una questione di appartenenza partitica, ma di serietà e fedeltà alla gente.