A proposito di rincari delle case di riposo, la presidente del Buttari fa il punto e spiega un disagio che parte da lontano
Adeguamenti inadeguati e carenza di contributi, ecco come si è arrivati oggi a una situazione che mette in sofferenza le famiglie.
OSIMO – L’attenzione allo stato di difficoltà economica per le case di risposo era stata sottolineata pubblicamente in queste ore dalla candidata sindaco di Osimo Michela Glorio.
In un comunicato si legge infatti il rischio di aumento della retta mensile degli ospiti delle case di riposo e il disagio che questo potrebbe portare alle famiglie.
Il discorso parte da più lontano, dagli anni passati e dai contributi regionali non adeguati.
Ne ripercorre l’iter la presidente della casa di riposo Buttari, Rosalia Alocco, puntualizzando cifre alla mano come già negli anni passati i vertici delle strutture avessero paventato un punto di sofferenza che si sta respirando in questi giorni.
Utilissimo per capire osa è stato fatto, cosa si poteva fare e cosa si dovrebbe fare, il comunicato diffuso in queste ore dalla presidente Alocco.
Lo riportiamo qui sotto:
“Gli aumenti delle rette mensili per gli ospiti delle case di riposo, soprattutto per le famiglie a basso reddito o in difficoltà economiche, rappresentano un vero salasso. Ne siamo consapevoli. Per questo da mesi, in sordina, noi gestori di queste strutture sollecitiamo la politica a dare risposte. Il problema non riguarda solo le case di riposo ma tutte le residenze protette che erogano servizi alla persona: anziani, minori, dipendenze, disabilità. Purtroppo, l’ultimo aggiornamento della quota di compartecipazione della Regione, avvenuto nel 2023, non è sufficiente a coprire le spese che le nostre strutture si trovano ad affrontare. Il problema è cronico, visto che l’aggiornamento precedente risale al lontano 2005. Poi per 18 anni nessun ritocco alla quota compartecipata dalla Regione, nemmeno con un semplice e necessario adeguamento all’indice Istat. Al momento la compartecipazione regionale è di 37,70 euro previsti dal 2023 rispetto ai 33 deliberati nel 2005. Tuttavia, se ci fosse stato l’adeguamento all’inflazione indicato dall’Istat, la quota giornaliera complessiva di 66 euro fissata nel 2005 sarebbe oggi arrivata a 93 euro, con quota regionale del 50% che sarebbe di 46 euro.
La questione ha una preminenza non solo economica per gli enti gestori ma soprattutto sociale, visto l’invecchiamento della popolazione, e meriterebbe quindi l’attenzione di tutte le forze politiche, evitando qualsivoglia strumentalizzazione. E’ necessaria un’azione condivisa e compatta per arrivare ad una soluzione e non far pesare solo sulle famiglie l’aumento dei costi di gestione, esplosi dopo il Covid. Per questo ho già incontrato la referente dell’Ambito sociale territoriale 13 per chiedere di farsi portavoce delle difficoltà negli organi preposti, in particolare i Comuni di riferimento. Allo stesso motivo, come Comitato Enti Gestori, abbiamo chiesto confronti con tutti i gruppi consiliari in Regione, di minoranza e maggioranza. Mi impegno anche a chiedere un incontro alla commissaria prefettizia del Comune di Osimo per portarla a conoscenza della questione sollecitando un possibile suo interessamento nel breve periodo.
Accolgo infine favorevolmente la proposta lanciata dalla candidata a sindaco del Comune di Osimo, Michela Glorio, di prevedere nel bilancio comunale un fondo a sostegno delle residenze per gli anziani da definire in un tavolo tecnico. Altri enti locali hanno già da tempo attivato delle misure economiche dedicate a questo ambito. Ben venga dunque un provvedimento che vada in questa direzione anche ad Osimo.
La Presidente
Rosalia Alocco