CNA/4 Un prestito d’onore osimano per le Pmi innovative
OSIMO – Un fondo di 24.000 euro da destinare a garanzia di piccoli prestiti richiesti da start up innovative e costituite da imprenditori under 40.
Un fondo di 24.000 euro da destinare a garanzia di piccoli prestiti richiesti da start up innovative e costituite da imprenditori under 40. Questa è la proposta della CNA di Osimo per le attività produttive, una evoluzione del Prestito d’Onore proposto dalla Regione Marche in salsa osimana, perfezionato e migliorato in alcuni aspetti. Più selettivo in altri, ma destinato a far nascere una tipologie di imprese innovative ed ecologiche. E’ questa la proposta dell’associazione artigiana di Osimo ai candidati a sindaco 2014. Il tentativo è quello di favorire sul territorio comunale la nascita di neo imprese che abbiamo potenzialità di crescita in settori trainanti. Per tale ragione è necessario, però, fare delle scelte ed operare una selezione. L’idea è quella della costituzione di un fondo di garanzia di 24.000 euro da destinare a neo – imprese operanti nei settori ICT e ambiente, che garantiscano il 50% di piccoli finanziamenti (massimo 16.000 euro) e che siano costituite da under 40. L’applicazione potrebbe essere “mediata” attraverso confidi 107 che potrebbero garantire l’altra metà del finanziamento. Le pratiche potrebbero essere gestite dall’attuale commissione che gestisce il fondo “Ripartono le imprese”, senza quindi aggravi o complicazioni nella gestione. Infine ipotizziamo di concordare con il sistema bancario un tasso agevolato (massimo 3,5%). “Riteniamo interessante incentivare aziende che possano avere un potenziale di crescita e quindi di occupazione – ha commentato Luigi Giambartolomei, presidente della CNA di Osimo – e per fare questo ci rendiamo conto che dobbiamo fare delle scelte. Il modello a cui ci siamo ispirati, anche in base alla nostra esperienza, è quello del Prestito d’Onore della Regione Marche, uno strumento interessante che riteniamo utile. Abbiamo quindi scelto la formula del prestito, che permette di far si che l’impresa risolva il problema del credito, in particolare le due maggiori problematiche: garanzie e tasso di interesse. Siamo coscienti che parliamo di pochi casi finanziabili, ma spesso queste imprese, per partire, necessitano di piccole cifre che gli sono negate dagli istituti di credito. Le imprese a cui pensiamo sono quelle che operano nel riuso di materiali o nella progettazione di app o ancora nei software innovativi. Un piccolo fondo sicuramente – conclude Giambartolomei – utile per avviare una sperimentazione: nel caso in cui i soldi non siano totalmente impegnati potremmo procedere ad una rimodulazione.”