Coldiretti Marche, 1 marchigiano su 5 non è soddisfatto della propria acqua
Acqua che viene sprecata, persa nella rete. Oppure che quando arriva non soddisfa il cittadino. È un quadro tra luci e ombre quello che Coldiretti Marche registra esaminando i dati Istat sulla condizione delle acque nel giorno del rapporto Progress on drinking water di Unicef e Oms. Nelle Marche la situazione è migliore rispetto alla media italiana ma non c’è da stare allegri. Il 15% dei Comuni marchigiani perde oltre la metà dell’acqua in una rete idrica colabrodo. Di contro ci sono anche realtà virtuose
come, ad esempio, Macerata che disperde “appena” l’8,6% dell’acqua. “L’acqua è una risorsa tanto preziosa quanto esauribile. È fonte di vita ed è alla base di ogni attività antropica, che sia economica o di semplice utilizzo quotidiano. L’agricoltura negli anni ha saputo ottimizzarne l’impiego secondo un uso sempre più consapevole e razionale; ma ogni settore produttivo dovrebbe rendere più sostenibile il proprio approccio alla disponibilità idrica. Così come è necessario investire in quelle infrastrutture, invasi e reti capillari, in grado di raccogliere l’acqua piovana al fine di ridistribuirla sul territorio” commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. La maggior parte dei Comuni marchigiani, il 40%, registra dispersioni inferiori al 30%. In totale ogni anno il prelievo delle acque nella nostra regione vale 174 milioni di metri cubi, una media pro capite di 308 litri per abitante. Ma oltre il 20% sono si ritiene soddisfatto per la qualità bocciando odore, sapore e limpidezza dell’acqua, come rileva l’Istat. Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che – sostiene la Coldiretti – stanno profondamente modificando la distribuzione e l’intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.