Confartigianato Ancona-Pesaro e Urbino, senza lo sblocco delle cessione dei crediti a rischio anche gli impiantisti
ANCONA – “È necessario sbloccare le cessioni dei crediti e prorogare di sei mesi i cantieri del superbonus già attivi sulle unità familiari”. A ribadirlo le imprese della filiera termoidraulica, dalla fabbricazione e distribuzione alla progettazione, fino alla costruzione e installazione di impianti che, ribandendo come i bonus siano fondamentali nel percorso di riqualificazione del parco immobiliare esistente, sottolineano come se non si interverrà per sbloccare le cessioni dei crediti, a rischio ci sia la sopravvivenza stessa delle imprese.
“Nelle province di Ancona e Pesaro-Urbino il settore conta 2.000 imprese e oltre 5.000 addetti “che non possono usufruire degli stessi ammortizzatori sociali a disposizione, per esempio, degli edili”, ricordano Flippo Luna e Luca Bocchino, Presidente e Responsabile degli Impiantisti di Confartigianato Imprese Ancona-Pesaro e Urbino. “Il blocco che doveva essere momentaneo, va avanti da 6 mesi e sta diventando strutturale. Ai tavoli nazionali continua il confronto per trovare una soluzione immediata per liberare i crediti in pancia alle imprese per le quali la liquidità è fondamentale. Per molte rischia di essere già troppo tardi”.
“Il settore è composto da aziende piccole e piccolissime, la cui attività subisce pesantemente la concorrenza delle Multiutility e che non possono lavorare senza far ricorso alla cessione del credito, non solo il superbonus 110%, ma anche il Bonus casa 50% e l’Ecobonus 65%”.
Il contrasto agli illeciti non può trasformarsi in un freno totale per tutto il settore con conseguenze per le imprese che non riescono a monetizzare i bonus acquisiti, per i livelli occupazionali del settore che diminuiranno drasticamente e per la strategia di riqualificazione del parco immobiliare che verrà fortemente compromessa.
Con altrettanta urgenza occorre, inoltre, prorogare di almeno 6 mesi il termine del 30 settembre per il completamento del 30% dei lavori nei cantieri già attivi sulle unifamiliari che accedono al superbonus 110% per rimediare alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali che rischiano di bloccare i cantieri e originare inevitabili contenziosi.
“A livello locale chiediamo che le banche che operano sul territorio, siano attente e sensibili alle situazioni delle imprese” proseguono Luna e Bocchino. “Una delle soluzioni che potrebbero essere messe in campo è l’utilizzo di Cassa Depositi e Prestiti anche attraverso il coinvolgimento del Confidi UNICO come strumento di supporto alla riscossione dei crediti da parte delle imprese”.