Eleonora e Paolo rientrati dall’inferno della Lombardia “State a casa!”
OSIMO – “State a casa e non uscite”, quello di Eleonora Bellaspiga volontaria osimana della Misericordia tornata ieri dal servizio in Lombardia insieme al suo collega Paolo Serenellini, non è un consiglio, è un ordine. Prestati a Bergamo, Brescia e provincia nell’ultima settimana all’Areu 112 in appoggio al 118 Eleonora e Paolo hanno toccato con mano una realtà, quella della
regione settentrionale, di assoluta drammaticità, diversa dalla attuale nelle Marche, ma che invita a non abbassare la guardia. Perché a degenerare una situazione così fluida fa presto.
I due volontari della Misericordia sono partiti la scorsa settimana da Osimo, arrivata la richiesta di supporto dal nord non hanno esitato, nel giro di mezz’ora hanno dato il proprio assenso e via sulla macchina.
“Tutti i protocolli sono saltati in Lombardia, alcuni ospedali sono allo stremo, chiusi, non in grado di accettare altri malati. Chi ha bisogno di cure ospedaliere viene dirottato in presidi anche lontani 100 chilometri da casa”. Il compito dei volontari è stato di intervenire dove fosse necessario “Appena arrivati – racconta l’osimana – ci hanno dotato di un telefonino, con questo ricevevamo le chiamate e intervenivamo, a Bergamo a Brescia, a Monza, in provincia, ovunque ci fosse un malato da portare in ospedale”.
Il contagio come sappiamo in regione Lombardia è diffuso, molto diffuso. “Alcuni ospedali sono ormai chiusi agli accessi, in altri sono state allestite zone Covid19 con posti limitati. Capita di restare in fila con l’ambulanza per ore con le altre ambulanze davanti e il paziente dentro. In attesa”. I parenti, come in tutta Italia, non possono accompagnare i loro malati “Mi è capitato di dover essere dura e determinata con i familiari – dice ancora Eleonora – anche con i cuore stretto e anche se il sentimento di rassegnazione è predominante. Rassegnazione a salutare il proprio caro e consegnarlo ai medici e al personale sanitario da solo”.
Al suo rientro Eleonora è più intransigente “Non tollero più nessuna leggerezza da parte delle persone – afferma convinta– non tollero che si sottovaluti una situazione che è seria, serissima. Non tollero che si vada in giro, che le persone escano se non per il tempo strettamente necessario. State a casa, altrimenti non ne usciamo”.
Parole di plauso le spende poi per l’ospedale di Torrette e Osimo, le realtà con cui si è interfacciata nelle Marche “Ad Ancona ci sono condizioni al limite, di pieno senza dubbio, ma ho visto durante i miei viaggi con i malati, medici superpreparati e personale più che adeguato. Una organizzazione modello. Anche ad Osimo, dove vivo, l’organizzazione non manca e anche la competenza. Ma non dobbiamo contribuire con comportamenti scellerati a mettere alla prova le strutture sanitari e la nostra salute. Il virus è molto contagioso”.
Rimasti in Lombardia una settimana, tornati con la consapevolezza che quella settimana ha cambiato loro la vita, la percezione della vita. “Ancora sono in fase di metabolizzazione – conferma la volontaria – adesso resterò in quarantena per due settimane e poi farò il tampone. Emotivamente gli scenari di cui sono stata testimone mi pesano, è un carico poderoso”.
E raccomanda ancora “Proteggetevi con mascherine e guanti e anche occhiali, non sottovalutate questo virus. Le mascherine non vanno disinfettate e riusate ma gettate via una volta utilizzate anche quelle con filtro hanno durata limitata”.
“Anche se la quarantena dovesse essere lunga – raccomanda – stiamo a casa.”
Ora Eleonora e Paolo staranno in quarantena come prevede il protocollo, a fare i conti con immagini sconvolgenti, a cercare di rientrare in loro stessi, nel loro quotidiano. Non sarà facile.
La Misericordia di Osimo Stazione sarà orgogliosa dei suoi volontari. Di tutti.
Di tutti gli uomini e le donne che ogni giorno portano la spesa e i farmaci a domicilio, sono presenti alle necessità, aiutano con la semplicità della generosità.
Questo il link del video girato durante il viaggio di rientro