Il consigliere Roberto Bruni “Ora mi sento libero”. Archiviato il procedimento per peculato
LORETO – Era il 13 giugno 2015 quando fu necessario indire una conferenza stampa per tentare di dissipare la campagna denigratoria figlia di quello sciame di notizie non proprio genuine che, come spesso accade, erano circolate sulla vicenda giudiziaria riguardante il Consigliere Roberto Bruni.
Come si rammenta la vicenda era scaturita da una segnalazione dell’allora Commissario prefettizio il quale aveva – seppur in maniera laconica – chiesto di verificare agli organi competenti una donazione fatta dalle Opere Laiche e ricevuta dall’associazione Aiutiamoli Subito per un importo in precedenza promesso – sempre dalle Opere Laiche – al Comune di Loreto per la locale Protezione Civile. Fu necessario indire la conferenza stampa
per poter chiarire – a differenza di quanto tendenzialmente circolava nell’opinione pubblica e nella stampa – che Roberto Bruni non era imputato di alcunché e nemmeno indagato. Si trattava non di notizia di reato ma solo ipoteticamente di reato. E’ giusto fare questa sottolineatura poiché il tenore della segnalazione fatta dal Commissario Prefettizio conteneva dai fatti che sollevavano molteplici dubbi tali da far ritenere che solo l’organo Giudiziario potesse inquadrare esattamente se si trattasse di una violazione di norme o di un semplice disguido frutto di confusione. Quindi come allora si specificò il Sig. Bruni non era – in quel momento – neanche indagato poiché la notizia doveva ancora essere vagliata dalla Procura e ancora doveva essere perfino raccolta tutta la documentazione afferente alla vicenda.
Tuttavia, paradossalmente, la conferenza stampa fatta in maniera correttissima, misurata e volta solo a far conoscere all’opinione pubblica la realtà dei fatti, è stata gravemente fraintesa dalle Opere Laiche le quali, per bocca dell’allora Presidente, non solo convocavano una conferenza stampa ma addirittura proponevano una denuncia-querela nei confronti di Bruni per diffamazione a mezzo stampa.
Si apriva così a carico del Bruni un procedimento penale per valutare, questa volta, la sussistenza del reato attribuitogli dalle Opere Laiche.
Ebbene, entrambi i procedimenti si sono conclusi con l’archiviazione disposta dal GIP Marrone. Ringraziamo i due P.M. Laurino e Di Cuonzo della Procura di Ancona per aver approfondito, con le indagini, in maniera scrupolosa le vicende. Al termine delle indagini entrambi i P.M., nei due diversi procedimenti, hanno ritenuto che i fatti non integrassero alcuna violazione e/o reato che dir si voglia ed hanno proceduto a motivata richiesta archiviazione. Motivazioni che poi sono state condivise anche dal Giudice per le Indagini Preliminari che dopo aver esaminato gli atti, con solerzia, ne ha disposto l’archiviazione. Da parte del legale non si può che essere soddisfatti. Sarebbe semplice dire “l’avevamo detto” e invece si sente forte la necessità di affermare una soddisfazione particolare per il rischio che una grave ingiustizia potesse colpire un giovane. Grave ingiustizia ancor più impressionante se si considera che la vicenda nasce – come purtroppo molte altre – da dissapori di ordine politico che non hanno saputo trovare la quadra nell’alveo in cui nascono ma che hanno necessità di ammantarsi con un inutile giustizialismo che non ha nulla a che vedere con la giustizia ma tutt’al più con il mero dileggio.
Valuteremo se vi sono gli estremi della calunnia sia per quanto addebitato al Bruni sia per il poco onorevole augurio fatto ad un giovane di dover passare la vita a pagare danni. Il tutto anche in considerazione dei rilievi fatti dallo stesso P.M. che indagando sul reato di diffamazione ha evidenziato come quanto riferito dal sig. Bruni si è rivelato tutt’altro che infondato.
La questione politica
Se la domanda quasi scontata fosse: come mi sento? Potrei rispondere: LIBERO. L’ansia, la vergogna ed il malessere che mi hanno accompagnato in questi 18 mesi sono indescrivibili. Proprio sapendo di non aver commesso nulla di illegale e il vedere la verità distorta ad uso e consumo di non si sa quale beneficio, fanno provare sensazioni a tratti di rabbia e a volte di profondo sconforto. Come tutti credo rammentino, mi sono ricreduto sulle dimissioni e mai scelta più giusta fu fatta. Altrettanto ricorderete che mi sono messo da parte proprio per non ledere quel progetto di “Adesso Loreto” che avevo contribuito a formare e soprattutto a far vincere alle elezioni. Proprio i tanti consensi ricevuti (310 preferenze, il candidato più votato) dai miei concittadini Loretani sono stati per me la forza per restare prima e per combattere poi. La fine di questa vicenda, anzi di queste due vicende, la dedico alla mia famiglia e a tutti coloro che silenziosamente non hanno mancato di sostenermi, di darmi forza e di starmi accanto in tutto questo tempo. Ringrazio ovviamente il mio avvocato per l’opera professionale e per l’umanità dimostratami.
Al disagio che si prova nell’essere perseguitati pur sapendosi innocente si aggiunge l’amarezza e la delusione di vedere che anche alcune delle persone che quantomeno consideravi “amici per politica” ti hanno lasciato solo. Anzi ho dovuto subire l’accusa di non essere partecipe e di non essere allineato alle decisioni del gruppo. Questa accusa, credo, mi sia stata rivolta perché mi sono permesso, pur non avendo incarichi diretti di Governo della Città, di suggerire, forse anche criticare, quello che la maggioranza stava facendo. Mi riferisco alla lettera pervenutami e poi fatta pubblicare dal gruppo Adesso Loreto dalla quale nessuno ha avuto il coraggio di prendere le distanze. Ho risposto a quella lettera convinto che ci si potesse spiegare sotto l’aspetto politico. Nulla. Solo silenzi. Insomma, a quanto pare, il mio contributo di pensiero era inutile. Stavo in stand-by e li dovevo rimanere.
Non solo. Parlando di amarezza e delusione dico anche che ho dovuto scoprire dalle carte in Procura che lo stesso Sindaco (nel giugno 2015) mentre con una mano mi offriva di rimanere e di assumere incarichi, mi manifestava la sua vicinanza, ecc… (che il sottoscritto rifiutava per coerenza e alto senso morale), con l’altra mano inviava anche lui una segnalazione ai carabinieri facendo pervenire a questi una lettera riservata ricevuta dalle opere laiche lauretane sempre per la stessa vicenda. Chissà, forse il Sindaco riteneva che la segnalazione del Commissario prefettizio non fosse sufficiente e voleva essere sicuro che la giustizia facesse il suo corso. Sindaco che diventa il destinatario illegittimo di pseudo denunce da parte di sedicenti parti offese. Mi domando il perché i latori della lettera al Sindaco non abbiano direttamente indirizzato i loro sospetti all’autorità preposta. Mi domando il perché di attacchi gratuiti. Mi domando il perché di 18 mesi di silenzi sospettosi. Mi domando se tutto il gruppo conosce i particolari di questi comportamenti.
Insomma una vicenda ed un insieme di situazioni a dir poco paradossali la cui interpretazione lascio anche agli elettori ed alla opinione di tutti e di ciascuno. Un ricorso alla giustizia senza nemmeno chiedersi e pensare alla persona che solo pochi mesi prima aveva voluto nella sua squadra e che gli era stato a fianco determinando – lo dicono i numeri – la sua elezione. Mi domando oggi come allora se tutto questo poteva essere evitato spiegandosi civilmente e superando i problemi invece di crearne di maggiori. Certo è che niente e nessuno potrà risarcirmi del danno fattomi sotto l’aspetto morale per il patema d’animo subito.
In verità dal febbraio 2016 ero a conoscenza che il primo procedimento, quello in cui si paventava un peculato o una appropriazione illegittima di soldi, era archiviato. Non ho volutamente dato notizia pubblica per vedere e capire se l’atteggiamento nei miei confronti poteva cambiare. Poi non ho più tollerato di assistere all’indifferenza ed al sospetto. Mi sono chiesto più volte se qualcuno si fosse fatto almeno una domanda sul perché ignorarmi, sul perché lasciarmi fuori, sul perché una persona messa in lista e che ha portato tanti consensi del popolo, improvvisamente, era divenuto tanto scomodo e da evitare. Non vorrei dover concludere che il processo mi sia stato fatto da un’altra parte e senza possibilità di difesa solo basandosi sul sentito dire.
Lo sfogo, che comprenderete, può finire qui. Ben altre cose potrebbero essere dette, ma poi si travalicherebbe la misura.
Concludo dicendo pubblicamente al Sindaco Niccoletti e al gruppo di “Adesso Loreto” che lo stand-by di Roberto Bruni è finito, ogni questione di giustizia è stata dipanata. Roberto Bruni non è mai stato nemmeno imputato. La Magistratura, unica legittimata ad applicare la legge e a punire, ha assolto il proprio compito istituzionale archiviando le questioni. Ora la parola torna alla politica ed a come questa intende comprendere nell’azione di governo della città il Consigliere Roberto Bruni che ha determinato con i propri consensi popolari l’elezione di questa maggioranza.
Roberto Bruni