Il deputato osimano Giuliodori (L’Alternativa C’è) vs ministro Cingolani sulle trivellazioni “È una vergogna. Transizione verso cosa?”
ROMA – Il nuovo ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha dato l’autorizzazione a proseguire con le trivellazioni. Dall’Emilia alla Sicilia, passando per l’Abruzzo e le Marche, sono sette i progetti firmati dal ministro: rinnovi di concessioni per progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione, sia su piattaforma sia onshore.
Dura la reazione di Paolo Giuliodori, il deputato marchigiano di L’Alternativa C’è. «È una vergogna. Con questo gesto il governo fa fare all’Italia un enorme passo indietro. Sono scioccato, anche se non troppo sorpreso. Adesso la favoletta della transizione ecologica di Draghi è smascherata, il governo sta mostrando il suo vero volto».
Una problematica che tocca direttamente la nostra regione. «Tra i sette progetti in ballo – spiega il deputato osimano -, due riguardano proprio le Marche: il pozzo ‘Calipso 5 Dir’, tra Ancona e Falconara Marittima, e il pozzo ‘Donata 4 Dir’ fra Marche e Abruzzo in un mare che è già torturato da varie trivellazioni e dagli scarichi di tutta la pianura padana».
L’autorizzazione alle trivellazioni arriva in un momento particolare, proprio mentre è in corso l’approvazione del Pitesai, il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee. «Invece di aspettare l’approvazione del Piano, ormai prossima – nota Giuliodori -, dal Ministero per la ‘Finzione Ecologica’ arriva un segnale molto grave e pericoloso. In netta controtendenza alla tanto sbandierata transizione ecologica, snodo fondamentale per l’appoggio del M5s e la nascita del governo Draghi. È assurdo».
Ma ci sono degli accordi che l’Italia sta così disattendendo. «Ci allontaniamo sempre di più dagli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima. Abbiamo un governo che si fa bello a parole ma che nei fatti è l’incarnazione della peggiore degenerazione del capitalismo, che non si fa scrupoli davanti all’ambiente e alle persone. La stessa Commissione Europea ha ribadito che i combustibili fossili sono incompatibili con il Green Deal e non fanno parte del futuro energetico dell’UE. Ma è evidente che bisogna prima tutelare i grandi colossi petroliferi. Per Cingolani e il governo Draghi l’emergenza non è quella climatica, ma quella petrolifera. E così le multinazionali del petrolio brindano alla salute del governo», continua il deputato marchigiano.
«Se la strategia del governo per ridurre le emissioni inquinanti è questa – conclude Giuliodori – è evidente che abbiamo un problema. Dov’è la visione green? Dov’è la tutela ambientale? Ma soprattutto dov’è il Movimento 5 stelle? Anni di battaglie per l’ambiente, contro l’inquinamento, contro i fossili, contro le trivelle. E ora? Silenzio. È questo il prezzo dell’essersi venduti a Draghi?».