L’appello di Slow Food Ancona e Conero a sostegno della ristorazione e delle aziende locali collegate
ANCONA – La fase 2 è iniziata e dopo due mesi di confinamento il Paese prova a ripartire con la riapertura di fabbriche, laboratori, uffici. Restano fermi ancora i ristoranti e l’acuirsi della criticità legata alla chiusura rende il settore ad un passo dal baratro. Ecco perchè la Condotta Slow Food Ancona e Conero ha rilanciato, nel nostro territorio, l’appello che i 540
cuochi dell’Alleanza Slow Food Italia hanno sottoscritto a sostegno della ristorazione di qualità e dei produttori locali, che fanno parte della rete come contadini, allevatori, casari, viticoltori, pescatori e artigiani che producono con passione e rispetto dell’ambiente e dei loro animali. “Fanno parte di questa rete nella zona di Ancona – afferma il Fiduciario della Condotta Roberto Rubegni – i ristoranti, Emilia e Marcello di Portonovo e L’Arnia del cuciniere di Falconara Alta, mentre sono più di trenta i produttori da cui i cuochi di questi locali si riforniscono per portare in tavola prodotti esclusivi ed unici del nostro territorio.” Nell’appello inviato al Governo i cuochi di tutta Italia, che fanno parte dell’Alleanza, chiedono di estendere il credito di imposta, già previsto per alcune spese legate all’emergenza Covid, agli acquisti di prodotti agricoli e di artigianato alimentare di piccola scala legato a filiere locali (regionali) in una misura pari almeno al 20%, da aumentare al 30% nel caso in cui queste aziende pratichino l’agricoltura biologica, biodinamica, o siano localizzate in aree marginali, disagiate e di particolare valore ambientale. Se non si vuole che siano troppe le attività che non riapriranno, servono anche misure immediate come risorse a fondo perduto, moratoria sugli affitti, cancellazione di imposta, sgravi contributivi e ammortizzatori sociali. Un provvedimento come questo consentirebbe di innalzare il livello dell’offerta gastronomica del nostro territorio e al tempo stesso rilancerebbe le piccole e medie imprese agricole locali e del turismo rurale ed aiuterebbe i ristoratori ad affrontare mesi e forse, anni difficili. Sono già migliaia gli italiani che hanno sottoscritto l’appello su http:www.slowfood.it/ripartiamo-dalla-terra/. Sono persone che desiderano un Paese che sa proteggere e fare tesoro dei suoi saperi, della sua storia, della sua biodiversità agroalimentare, dei suoi paesaggi. Da questo grave momento non si potrà riemergere se non condividendo un vero senso di comunità.