L’ARGOMENTO/ Area Marina Protetta del Conero, di cosa stiamo parlando?
CONERO – Da settimane è alla ribalta della cronaca locale l’argomento Area Marina Protetta del Conero, con alcuni schierati per il si, altri per il no. Ma in sostanza, sappiamo tutti di che cosa stiamo parlando? Nel dubbio, approfondiamo l’argomento. Sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Voce: mare, sotto-voce: aree marine protette. La definizione recita testualmente: “Sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicenti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.”
Da settimane è alla ribalta della cronaca locale l’argomento Area Marina Protetta del Conero, con alcuni schierati per il si, altri per il no. Ma in sostanza, sappiamo tutti di che cosa stiamo parlando? Nel dubbio, approfondiamo l’argomento. Sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Voce: mare, sotto-voce: aree marine protette. La definizione recita testualmente: “Sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicenti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.”Quindi, di base, il Ministero si interessa a zone di particolare pregio, dove esistono delle peculiarità ambientali che possono anche avere risvolti in termini economici. Il primo passo per avere il requisito di interesse da parte del Ministero è quello di essere individuati come “area marina di reperimento” dopodiché lo step successivo è l’inserimento nell’iter di “area marina di prossima istituzione”. Attualmente le aree marine protette istituite sono 27 in Italia, quelle di prossima istituzione sono 17, mentre le aree di reperimento sono 5. L’area marina protetta “Costa del Monte Conero”, già individuata all’interno della legge 394/91 (legge quadro sulle aree protette), rientra tra le 17 di prossima istituzione e nell’elenco viene indicata con un procedimento in corso. Ma in sostanza, cosa accade? Lo specchio d’acqua viene diviso in diverse zone a diversa tutela. In generale si hanno zone A, B e C. In alcuni casi è stata istituita anche una zona D. Ovviamente i gradi di tutela sono modulati a partire dalla zona A, con una regolamentazione più stretta, fino ad allargare le maglie delle regole fino alla zona D. La zona A, definita come “riserva integrale”, è il cuore dell’ AMP. In questa porzione di mare, in genere molto ristretta, è vietato praticamente tutto a parte la ricerca scientifica. L’obiettivo è quello di dare la possibilità all’habitat marino di riprodursi e svilupparsi senza che l’uomo possa interferire sulla biodiversità in essa presente. Nella zona B, di “riserva generale”, iniziano ad essere consentite molte attività umane con un basso impatto sull’ambiente marino. Anche le zone B in genere non sono molto estese. La zona C, di “riserva parziale”, rappresenta il cuscinetto tra le zone a tutela più ristretta e le aree esterne all’AMP. In queste zone sono consentite e regolamentate dall’organismo di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La zona D, non presente in tutte le AMP, è la zona di “riserva sperimentale”, ed ha un grado di protezione intermedio tra la zona C e le zone fuori AMP. Le regole dentro le varie zone non sono uguali per tutte le AMP, ma vengono definite con un procedimento condiviso di concertazione con gli enti interessati, in base alle esigenze territoriali della comunità che ricade dentro l’AMP, comprese le attività economiche. Ad esempio è consentito il transito dei natanti, ma a velocità ridotta. Viene regolamentato l’ancoraggio e l’ormeggio: l’ancoraggio può essere libero dove i fondali sono sabbiosi mentre nei fondali rocciosi con peculiarità ambientali può essere consentito l’ormeggio in campo boe, la cui regolamentazione spetta all’ente gestore. Per quanto riguarda la pesca sportiva, può essere praticata solo dai residenti. Viene vietata invece la pesca subacquea, quindi con fucile, perché ha degli effetti negativi sulla crescita del pesce, in quanto lo preleva in tana. In alcune AMP (Capo Carbonara – Villasimius) l’ente gestore ha scelto di poter consentire la pesca sportiva anche ai non residenti. Una proposta adattabile alla realtà del Conero potrebbe essere quella di consentirla a chi ha la barca ormeggiata nei Porti facenti parte dell’AMP. Nel Conero i residenti svolgono un’attività importante: la pesca del mitilo (mosciolo per gli anconetani e musciolo per sirolesi e numanesi). Questa attività viene sempre consentita in zona C, può essere autorizzata in zona B e chiaramente vietata, come tutto il resto, nella zona A. E’ sempre tassativamente vietata la pesca delle vongole con turbosoffianti. Questa a grandi linee è una panoramica sulla disciplina delle attività in mare. E’ uno scenario possibile, ma non è quello definitivo, in quanto il Ministero non ha approvato nulla. Anzi, avendo riavviato ora il procedimento istitutivo, tutto quanto descritto è una proposta di base su cui discutere e mettersi d’accordo. I dubbi sollevati dagli scettici riguardano la gestione. Purtroppo in Italia la politica ha inquinato tutto e pertanto i dubbi sull’efficienza sorgono spontanei. Purtroppo siamo costellati di casi in cui l’ingerenza partitica ha snaturato tutta la bontà di molti progetti, rendendo difficile lo sviluppo e relegandolo ad una mera spartizione di potere. Ma ogni cosa comporta un rischio, e questa potrebbe essere un’occasione per dimostrare, da parte dei Comuni, che con buona volontà e trasparenza si possono superare le logiche che tengono l’Italia al palo. L’auspicio è che si riesca a trovare un accordo su una gestione snella, leggera e libera dalle spartizioni e dal controllo a volte asfissiante della politica. Guardando gli esempi di altre aree marine già istituite, ci si accorge che oltre alla tutela dell’ambiente, esse esercitano un’attrattiva turistica ed incentivano attività compatibili con la regolamentazione. La prima attività che viene in mente collegata al mare è quella delle immersioni subacquee. Lo specchio d’acqua antistante il Conero è caratterizzato per avere non molta profondità ma il fondale è ricco e variegato. Esistono secche che contengono diverse specie particolari, tra cui i “nudibranchi”, piccoli esseri marini colorati. Tra Ancona, Sirolo e Numana gravitano diversi “diving” o semplicemente “circoli privati no profit” che continuerebbero la loro attività, anzi godrebbero di una maggiore pubblicità. Il turismo legato a queste attività può essere quello fuori stagione, visto che le condizioni di visibilità nel nostro mare non sono delle migliori tra luglio ed agosto, quando le strutture ricettive sono già piene e non cercano altri clienti, ma lo sono nei mesi immediatamente precedenti e successivi. Ad esempio nell’area marina protetta di Portofino viene incentivata l’attività di “pescaturismo” che per la nostra zona potrebbe essere una novità: i turisti vengono accompagnati per pescare assieme ai pescatori. Le canoe: visto che il transito dei natanti è consentito a bassa velocità, le canoe non rischiano di essere travolte dalle onde anomale generate dai motoscafi e godrebbero della pace e del silenzio che rendono la fruizione del mare in questa maniera sostenibile davvero piacevole, diventando un’economia realizzabile. E poi spazio alla fantasia. Veramente basta un po’ di inventiva e spirito imprenditoriale per avviare nuove attività che godrebbero di un marchio promozionale internazionale privilegiato. Il marchio AMP del Conero. In questo momento di crisi e di cambiamento nelle abitudini vacanziere, potrebbe essere la svolta per un’area di eccellenza ambientale e turistica quale è la costa del Conero.
Fabia Buglioni