L’INTERVISTA/Usca “Curare efficacemente il covid a casa si può”, lo assicura Massimo Magi, coordinatore per la zona sud
OSIMO – Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Usca, come siamo abituati a chiamarle.
Equipe di medici sul territorio con il compito di “bloccare” il primo livello del virus covid19 andando a intervenire direttamente nelle case degli ammalati, dando loro assistenza in coordinamento con di medici di base.
visite in casa, diagnosi, cura, e soprattutto telefonate e videocall che sostengano e seguano il malato nelle fasi della malattia.
Osimo, Loreto e Castelfidardo possono contare, come anche altre Usca in regione, di una squadra efficiente, ben coordinata da un medico senior, ma soprattutto ben collegata con i medici di medicina generale. Ed è stata proprio questa intuizione che ha confermato alle Usca marchigiane il primato in tutta Italia, un modello, una barriera alla diffusione del virus.
Assistenza sanitaria e medica fin dai primissimi sintomi del virus, impedendo agli ospedali regionali di subire quel sovraffollamento che ha invece contraddistinto altre regioni italiane, arginando fin da subito la malattia con cure tempestive e mirate.
Il lavoro dei medici Usca non conosce sosta, da inizio anno purtroppo, visite e tamponi sono raddoppiati, passando da un numero di 3/5 visite al giorno a 10/12. Stesso trend per i tamponi, raddoppiati rispetto ai 30/40 di gennaio.
“Ma il vantaggio di poter contare in casa propria su equipe ben addestrate, anche grazie all’esperienza accumulata in un anno sul campo, è innegabile” conferma il dottor Massimo Magi, coordinatore delle Usca zona sud.
Di Usca nella zona sud ce ne sono due, una riservata alle case di riposo, l’altra alla popolazione
“Abbiamo avuto la possibilità – spiega Magi – grazie agli interventi direttamente a casa dei malati, di bloccare il virus già alla sua prima comparsa.
In collegamento con il medico di famiglia valutiamo le condizioni del malato, ma soprattutto abbiamo introdotto alcuni semplici presidi, il saturimetro per esempio, riuscendo a fornire aiuto, medico ed emotivo, effettivo”.
E un altro importante trumento tecnologico ha aiutato i medici Usca a fare diagnosi dettagliate, l’ecobedside, meglio di una lastra, pari alla accuratezza di una tac.
“Le immagini fornite dallo strumento – dice ancora Magi – ci permettono di avere una diagnosi polmonare molto precisa”.
Peccato che adesso per la Usca di Ancona e le due della zona sud sia disponibile solo una macchina, contro le tre di qualche mese fa.
I riflettori si sono spenti sulle necessità strumentali-diagnostiche e alla gara di solidarietà dello scorso anno è subentrato il silenzio, un silenzio che nuoce alla cittadinanza intera.
Il domicilio per la cura, sostiene il coordinatore “Rimane il luogo elettivo cui puntare, sempre in collegamento con le altre entità del territorio, in primis il medico di famiglia, l’ospedale, il 118.
Le persone che curiamo in casa dimostrano grande apprezzamento per il nostro lavoro, si sentono seguite e non abbandonate.
Ultimamente sono intimorite dalle questioni che sono rimbalzate sulla cronaca riguardano i vaccini e la loro pericolosità.
Amo ripetere che è più pericoloso un viaggio in treno che fare un vaccino, e bisogna sempre pensare al rapporto costo-benefici”.
Le indicazioni delle Usca confermano l’attenzione al comportamento sociale, mascherine, distanziamento, lavaggio delle mani, insieme all’altro strumento disponibile, il vaccino.