La gattina Minù torna casa dopo mille peripezie grazie all’intervento degli agenti del commissariato di Osimo
OSIMO – Nel tardo pomeriggio di ieri, una famiglia italo-argentina, da qualche anno residente in una frazione di Osimo, ho potuto riabbracciare la sua gattina Minù di un anno, un bell’esemplare di gatto a pelo grigio e occhi azzurri che si era allontanata da casa e di cui non si avevano più notizie dalla fine dello scorso mese di giugno.
L’avevano cercata per giorni per le vie del paese e a mezzo annunci sui social, senza successo; poi, a causa del covid, che aveva costretto tutta la famiglia a casa, avevano dovuto interrompere le ricerche, riprese proprio qualche giorno fa. Il capo famiglia, nonostante fosse oramai sfiduciato di poter ritrovare l’adorata gattina ancora viva, ha provato a sentire i gattili del territorio mostrando le foto di Minù, ed proprio in una di queste strutture, che con amore si prendono cura dei gatti randagi, cha ha appreso con grande gioia che la sua gatta era stata trovata circa venti giorni prima in zona maxiparcheggio di Osimo. Il bel finale di questa vicenda però non c’è stato, o almeno non c’è stato nella immediatezza.
Infatti la gattina, non microchippata, ritenuta in stato di abbandono, proprio il giorno precedente era stata data in adozione ad una giovane osimana. G.M.A., il capofamiglia, ha provato a reclamarla, ma senza successo. Per la privacy, non gli è stato possibile conoscere i dati della persona che si stava prendendo cura di Minù, per contattarla e chiederle di riavere l’animale. Non si è dato per vinto e dopo aver sentito vari Uffici pubblici, dichiaratisi incompetenti per la vicenda, ha deciso di chiedere aiuto al Commissariato di P.S. di Osimo.
Gli agenti, guidati dal Dr. Bortone, hanno preso a cuore la vicenda, intervenendo, con i poteri conferiti dall’art. 1 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, per tentare sanare il dissidio che si era creato fra il gattile, i cui operatori ritenevano di aver agito secondo le norme che regolamentano l’adozione dei gatti randagi non microchippati, e G.M.A., che con foto e i documenti veterinari, poteva dimostrare che la gatta randagia ritrovata era proprio la sua.
Una mediazione lunga e faticosa quella dei poliziotti, che sono riusciti a mettere d’accordo le parti ed evitare le vie legali: Minù è ritornata a casa ed i padroni si sono adoperati immediatamente per mettere in sicurezza, con una rete, la ringhiera del balcone della loro abitazione, da dove la gattina era scappata. E’ infatti una priorità di tutti gli operatori dei gattili quella di sincerarsi che i gatti adottati vivano in un ambiente dove siano scongiurate, con tutte le accortezze del caso, la possibilità che possano allontanarsi, o peggio, che possano essere sottratti…e si, sottratti, perché ci sono elementi che fanno ritenere che proprio questo sia capitato a Minù.
A suggerire che la gatta potrebbe essere stata sottratta volontariamente, forse anche per un dispetto nei confronti dei suoi proprietari, è senz’altro il luogo di ritrovamento, a diversi Km da casa, che un gatto non avrebbe mai potuto raggiungere da solo.
G.M.A. e sua moglie hanno ringraziato il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Osimo per il suo operato, convinti che senza la rapida mediazione dei poliziotti difficilmente questa storia avrebbe avuto un lieto ma soprattutto rapido buon fine, come in effetti è stato.