LEGUMINARIA/Antiche colture da valorizzare, ne parla Marco Staffolano, presidente dell’Associazione Legumi Appignano
APPIGNANO – Leguminaria, come dice il nome, è anche e soprattutto legumi, quelli di Appignano, di un territorio ricco che ha saputo attraverso la lungimirante visione dell’amministrazione comunale e del sindaco Osvaldo Messi, recuperare e valorizzare, Come? Attraverso la creazione pochi anni fa di un gruppo di custodi della tradizione antica, l’Associazione Legumi Appignano. Ed è proprio con il presidente dell’Associazione Marco Staffolani che facciamo due chiacchiere. “Leguminaria – dice Staffolani – ha conosciuto una straordinaria crescita negli anni. Anche noi agricoltori ci siamo impegnati per diffondere la cultura e la coltura del legume tipico del nostro territorio, il fagiolo solfì e il cece quercia. Legumi recuperati dall’antico seme qualche anno fa grazie al lavoro realizzato insieme a Valentino Ferrari del Cra – Ora Orticoltura di Monsapolo del Tronto. Dietro il recupero dei nostri legumi ci
Leguminaria, come dice il nome, è anche e soprattutto legumi, quelli di Appignano, di un territorio ricco che ha saputo attraverso la lungimirante visione dell’amministrazione comunale e del sindaco Osvaldo Messi, recuperare e valorizzare, Come? Attraverso la creazione pochi anni fa di un gruppo di custodi della tradizione antica, l’Associazione Legumi Appignano. Ed è proprio con il presidente dell’Associazione Marco Staffolani che facciamo due chiacchiere.“Leguminaria – dice Staffolani – ha conosciuto una straordinaria crescita negli anni. Anche noi agricoltori ci siamo impegnati per diffondere la cultura e la coltura del legume tipico del nostro territorio, il fagiolo solfì e il cece quercia. Legumi recuperati dall’antico seme qualche anno fa grazie al lavoro realizzato insieme a Valentino Ferrari del Cra – Ora Orticoltura di Monsapolo del Tronto. Dietro il recupero dei nostri legumi ci sono stati studi universitari e la volontà di andare a riprendere le radici antiche delle nostre coltivazioni, tipiche di Appignano e solo di qui”. Tra l’altro sia il fagiolo solfì che il cece quercia presentano caratteristiche nutrizionali, di salute e nutrimento non indifferenti “E’ proprio così – conferma Marco – Sia nel fagiolo che nel cece sono contenute vitamine, fibre, antiossidanti, proteine, è un alimento che fa bene, che produce benessere nutrizionale e che può essere declinato in molti modi anche con il pesce”. Difficile da credere eppure Staffolani assicura che i piatti di fagioli o cece con pesce azzurro o seppie sono delle vere squisitezze, da provare.Il cece quercia per esempio, data la sua caratteristica di rugosità e porosità si presta molto bene a essere cucinata col pomodoro, perché ne assorbe il sapore.Anche dal punto di vista ambientale il recupero delle due coltivazioni porta beneficio al suolo “ Specie il cece quercia diventa una pianta alta, cresce velocemente coprendo e proteggendo il terreno, una caratteristica che permette di fare a meno dei diserbanti e di proporre quindi un prodotto puro e salutare”Difficili da cucinare? Basta osservare qualche piccolo trucco che il presidente dell’Associazione ci rivela “una volta cucinato si può congelare se ben chiuso e basta tenerlo in acqua una notte, cuocerne una parte e l’altra metterla nel congelatore. Tutte le proprietà nutrizionali verranno rispettate e si avrà un prodotto sempre pronto da utilizzare”. A Leguminaria verranno proposti diversi piatti caratteristici per convincerci del tutto.