Monticelli “Dure reazioni alla mia dichiarazione del No ai referendum. Ecco le mie ragioni”
OSIMO – Diffondiamo il comunicato dell’ex consigliere comunale M5S David Monticelli a proposito della sua posizione pubblica sui referendum del 29 marzo. Ecco il testo
“Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”. George Orwell
Ho recentemente dichiarato ciò che penso sul taglio del Parlamento e cioè che voterò NO al referendum costituzionale del 29 marzo 2020 così come votai NO a quello del 4 dicembre 2016.
Non immaginavo così tanti commenti a questa mia dichiarazione. Come è naturale molti sono d’accordo con me, altri sono contrari. Alcuni però mi attribuiscono erroneamente una presunta mistificazione sul senso del referendum del 2016 che ovviamente rispedisco sonoramente al mittente. Costoro infatti si sbagliano di grosso perché, a differenza loro, conosco benissimo le motivazioni del NO a quel referendum e posso rassicurarli sul fatto che le mie dichiarazioni di oggi sono totalmente coerenti con quanto tutti noi affermavamo nel 2016.
Ricostruiamo dunque gli avvenimenti.
Durante i lunghi mesi della campagna referendaria del 2016 per il NO, ho organizzato nella provincia di Ancona molti incontri: sia conferenze pubbliche, tra cui quella indimenticabile ad Osimo con Ferdinando Imposimato il 1 ottobre 2016, sia riunioni private ospitate da cittadini desiderosi di essere informati. In quegli incontri sono stato spesso relatore. Quindi, ribadisco, conosco a menadito la pessima riforma di Renzi, bocciata dagli italiani. Essa era molto più invasiva e ampia di quella attuale, ma – tra gli altri inganni – conteneva anche il taglio del numero dei parlamentari che Renzi motivava con il falso proposito di un risparmio irrisorio di denaro pubblico.
Questo voleva fare Renzi nel 2016 e questo vuol fare la riforma del 2020, adducendo le stesse inaccettabili motivazioni. Oggi ci si dimentica che il M5S ha sempre professato il taglio degli stipendi d’oro e dei privilegi della politica e mai il taglio della rappresentanza dei cittadini nelle istituzioni, perché esso indebolirebbe la democrazia e accentuerebbe ulteriormente la deriva oligarchica e partitica che abbiamo sempre giurato di combattere.
Noi del Movimento 5 Stelle avevamo contestato tutta la riforma del 2016 INCLUSO QUEL PUNTO: ironizzavamo che avrebbero comprato il nostro diritto di essere adeguatamente rappresentati in Parlamento “per un caffè all’anno”, l’equivalente pro-capite del risparmio sul taglio dei senatori. Ci lamentavamo che gli altri partiti non avevano votato la nostra proposta di legge ordinaria per il taglio dello stipendio di TUTTI i parlamentari, utilizzando la scusa del risparmio di denaro per aggredire la Costituzione e la rappresentatività democratica.
Tutto questo non me lo invento io oggi, ma è scritto nero su bianco nel materiale informativo predisposto dal M5S, da me ampiamente utilizzato durante le conferenze. C’era un decalogo che distribuivamo al pubblico intitolato “Dieci motivi per votare NO al referendum costituzionale”.
Al punto n. 6 c’è scritto esattamente ciò che affermo io oggi. Ecco cosa affermavamo:
“Dopo i proclami di Renzi di 1 miliardo di risparmi, poi corretti a 500 milioni (secondo il Ministro Boschi), è intervenuta la Ragioneria Generale dello Stato, organo governativo, che ha certificato circa 57 milioni di risparmio all’anno. Tradotto: 90 centesimi a italiano all’anno circa. Il solo referendum costerà 300 milioni di euro. Se i partiti avessero votato la nostra proposta di legge per la riduzione degli stipendi di tutti i parlamentari avremmo risparmiato in poche ore circa 90 milioni di euro, ma hanno insabbiato la proposta in Commissione. E’ evidente che il tema del presunto risparmio è una scusa, per allettare alcuni elettori e trarli in inganno su una riforma che, letteralmente, si compra i loro diritti per un caffè all’anno”.
https://web.archive.org/web/20170607232513/http://www.movimento5stelle.it/iodicono/punto6.html
Dunque tranquilli signori: nessuna mistificazione. Sicuramente non da parte mia.
Solo coerenza e memoria storica.
David Monticelli