Numana il giorno dopo la tragedia familiare. Sconcerto e dolore
NUMANA “E’ un paese tranquillo Numana, ci si conosce tutti” Il sindaco Gianluigi Tombolini raggiunto qualche ora dopo la tragedia di via Urbino è ancora incredulo. “Tutta Numana è avvolta dal dolore”. Il primo cittadino aveva già, subito dopo aver appreso il fatto, ordinato di spegnere le luminarie natalizie allestite nelle vie del paese. Erano state accese appena il giorno prima. E, a dimostrare la grande drammaticità di un episodio che ha scavato nel profondo le coscienze dei numanesi, ha voluto tre giorni di lutto cittadino.
“E’ un paese tranquillo Numana, ci si conosce tutti” Il sindaco Gianluigi Tombolini raggiunto qualche ora dopo la tragedia di via Urbino è ancora incredulo. “Tutta Numana è avvolta dal dolore”. Il primo cittadino aveva già, subito dopo aver appreso il fatto, ordinato di spegnere le luminarie natalizie allestite nelle vie del paese. Erano state accese appena il giorno prima. E, a dimostrare la grande drammaticità di un episodio che ha scavato nel profondo le coscienze dei numanesi, ha voluto tre giorni di lutto cittadino. Forse uno per ognuna delle vite che sono andate perdute nel raptus di un momento. Di certo tutti conoscevano Daniele Antognoni e la sua passione per le armi. Aveva un regolare patentino e anche l’arma usata per compiere l’omicidio – suicidio è risultata regolarmente denunciata. Tutti sapevano anche che quello per lui non era un momento facile. Una foto dello scorso agosto lo ritrae felice insieme alla ex mogie e al figlioletto. Dopo, la tragedia. Una separazione mai voluta né digerita, il crollo del mondo, il figlio cui sembrava essere tanto legato. Sul profilo facebook molte le immagini dove appare insieme al suo bambino, Christian. E insieme alle sue amate armi. Al poligono di tiro, mentre imbraccia un fucile, a braccia incrociate sul petto con la pistola appoggiata al cuore. Numana ci metterà molto a fare sbiadire l’immagine di via Urbino. Chissà cosa pensava Daniele durante il tragiutto che lo ha portato a dare la morte a darsi la morte. Chissà quali immagini, quali pensieri, chissà se la sua mente era lucida, se persa. La scena raccapricciante che ha accolto i carabinieri e i soccorritori è un appartamento trovato perfettamente in ordine dai carabinieri di Osimo giunti subito dopo la telefonata di aiuto della moglie romena, la ventottenne Paula Corduneanu, quasi una premonizione. Non c’è stata lite né colluttazione, non ci sono stati scambi di parole. A parlare ci hanno pensato quei maledetti colpi di pistola.