Osimo piange Marina e Dino
OSIMO – Ormai è certezza, dopo l’estrazione degli ultimi sei corpi dalla tomba di ghiaccio di Rigopiano. La certezza nella serata di ieri, i nomi che mancavano all’appello sono lì, tirati fuori dalla generosità delle forze di soccorso, sono morti. Dino Di Michelangelo e Marina Serraiocco sono per Osimo, per i familiari e per il piccolo Samauel una lacrima da piangere, tante lacrime da versare.
Erano tra i dispersi, tra quei sei nomi che mancavano all’appello e che hanno fatto sperare la città e i parenti fino all’ultima speranza sperabile.
Nella giornata di ieri il portafogli di Dino era stato trovato tra la neve dai soccorritori, un indizio che forse il corpo del poliziotto si
trovasse nelle vicinanze. Evidentemente così non era, l’oggetto era stato trasportato dalla furia della neve, ma il corpo lì vicino non c’era. Sarà dura dirlo al piccolo Samuel che fin dal primo giorno, da quando era stato trovato vivo insieme agli altri bambini ospiti dell’hotel, aveva iniziato a chiedere dei propri genitori, come poteva essere altrimenti? E così ha continuato a chiedere anche nei giorni di ricovero al reparto di pediatria dell’ospedale di Pescara, assistito dagli zii e dai nonni. E così continuerà a chiedere, una volta che gli verrà detta la terribile verità, silenziosamente nel suo cuore. E si chiederà perché e forse odierà la neve, per sempre.
Marina non tornerà a aprire il suo negozio “La Bomboniera” nrl centro di Osimo, difficile guardare la vetrina senza provare una tristezza infinita. Dino non tornerà al suo lavoro al commissariato di Osimo.
La ridda beffarda ha colpito questa famiglia fin dal primo giorno della tragedia, nelle ore concitate della speranza sembrava che tutti e tre fossero scampati al disastro, lo stesso sindaco Simone Pugnaloni, anch’egli beffato dalla ridda delle voci sia pure autorevoli e ufficiali, aveva dato la notizia, le campane avevano suonato a festa. Chissà se mentre la festa conquistava il cuore dei cittadini Dino e Marina erano ancora vivi. Chissà.
Oggi rimane il profondo sgomento, per la triste storia, per il piccolo Samuel, per coloro che non hanno ma smesso di credere al miracolo.