Ospedale di Osimo, il punto della situazione a tre mesi dalla sua fusione con l’Inrca.
OSIMO – La sanità locale è viva e vegeta e resto sempre più convinto che la fusione con l’Inrca sia stata la scelta migliore per salvare l’ospedale di Osimo da una chiusura certa, a seguito della riorganizzazione delle reti sanitarie. Il nosocomio osimano, come promesso, continuerà ad esercitare il suo ruolo di ospedale di rete almeno fino alla realizzazione della struttura Inrca in zona Aspio-Camerano. Questa mattina, presso la Sala Vivarini del Comune di Osimo, il punto della
situazione alla presenza della stampa locale e del direttore generale Inrca Gianni Genga, che ringrazio per la sua disponibilità e per il lavoro svolto sino ad oggi. Presenti all’incontro l’assessore alla Sanità Daniele Bernardini, i medici ospedalieri Enzo Frati (primario del Pronto Soccorso), Salvatore Iorio (primario Anestesia), Marco Silvestrelli (responsabile facente funzione Gastroenterologia) e Serenella David (direttore sanitario).
“Una fase articolata e complessa – ha ribadito il dg Genga – il primo obiettivo era quella di mantenere le attività presenti e ci siamo riusciti”. Entro l’estate saranno completati i lavori per la terza corsia: 18 posti letto in più da adibire ai pazienti in osservazione breve del Pronto Soccorso e a quelli delle Chirurgia. Importanti servizi ambulatoriali, prima d’ora inesistenti, sono stati introdotti grazie all’esperienza Inrca: ambulatori di Cardiologia, Nefrologia, Neurologia, Diabetologia, Piede Diabetico, oltre all’implementazione dell’ambulatorio di Urologia. Sono stati attivati i servizi di Analgesia e Medicina del Dolore (acuti e cronici), telecardiologia (piattaforma digitale per invio e refertazione degli esami) e il sistema telematico RIS per la refertazione h24 degli esami radiologici. Al via il prossimo 3 maggio anche l’ambulatorio di Dermatologia. La direzione dell’ospedale sta inoltre lavorando per portare ad Osimo l’Ortogeriatria. Sulla questione del personale, il dg Genga ha ribadito che “nessuno ha perso il posto di lavoro e che su una pianta organica di 225 persone solo 30 operatori (di cui 19 infermieri) hanno chiesto la mobilità verso l’Asur”.
Per quanto riguarda il servizio 118, lo stesso proseguirà in condivisione con l’Asur, in quanto la norma nazionale prevede che il sistema emergenza sia ben integrato con i pronto soccorsi presenti sul territorio.