Priorità alla Scuola denuncia Dad al 100% superiori e università: le soluzioni alternative sui trasporti c’erano. si vuole sacrificare il futuro dei giovani
ANCONA – Il Comitato Priorità alla Scuola di Ancona e Civitanova Marche condanna l’ordinanza del Governatore Acquaroli che impone la DAD al 100% per Scuole superiori e Università.
Ancora una volta si è deciso di sacrificare i diritti e il futuro dei più giovani, scegliendo la strada – a parer loro – meno dolorosa e complicata, senza provare a mettere in campo soluzioni alternative.
Nelle ultime settimane la scuola è stata usata come comoda scorciatoia, capro espiatorio di carenze che riguardano altri settori:
dalla sanità stessa ai trasporti pubblici. Sanità e trasporti pubblici devono essere al servizio di alunni, alunne, studenti e studentesse, non viceversa.
Siamo a conoscenza che soluzioni alternative al trasporto scolastico erano state presentate già a Settembre, alla precedente giunta regionale, e successivamente anche al presidente Acquaroli, da Confartigianato Trasporti Persone che aveva inviato alla Regione Marche un elenco di diverse decine di imprese private marchigiane, con oltre 100 pullman da turismo di medie e grandi dimensioni, disponibili ad integrare le aziende che fanno parte dei consorzi provinciali per soddisfare compiutamente le esigenze di trasporto degli studenti. Lo stesso Segretario di Confartigianato Trasporti, Dott. Gasparoni, in un recente articolo parla di una incomprensibile resistenza da parte dei funzionari regionali, a differenza di altre Regioni (Emilia Romagna). Incomprensibile anche perché mentre da una parte si finanziano più corse nelle aziende di trasporto pubblico locale, dall’altro lo Stato paga la cassa integrazione alle imprese private di trasporto ferme da mesi.
Una resistenza però anche da parte di Conerobus che, anch’essa, per motivi non chiari, ha fatto cadere in un nulla di fatto la proposta di Confartigianato Trasporti Persone.
Una scelta, quella di Acquaroli, non supportata nemmeno dai numeri dei contagi in setting scolastico. L’analisi dei dati pubblicati quotidianamente dal Gores, svolta da alcune volontarie del Comitato, ha evidenziato che il numero dei positivi classificati come “contatti in setting scolastico/formativo”, pur in aumento in termini assoluti, da metà ottobre è in diminuzione in termini di percentuale sul totale. In altre parole il contributo dei contagi in ambiente scolastico, pur in aumento in termini assoluti (riflettendo l’andamento generale), pesa sempre di meno sul totale dei casi positivi: https://www.facebook.com/pas.ancona/posts/169287938198376
Crediamo invece che è proprio mantenendo le scuole aperte che i diritti alla salute e all’istruzione potranno conciliarsi.
Nelle scuole sono stati applicati i protocolli sanitari più stringenti e più verificabili. Le scuole aperte sono quelle che garantiscono il corretto uso dei dispositivi di sicurezza individuale per un’ampia parte della giornata; quelle che inducono comportamenti virtuosi attraverso un continuo autocontrollo; quelle che pertanto garantiscono un monitoraggio di massa e infine il tracciamento di casi sospetti e contagi, che altrimenti sfuggirebbero a ogni controllo. Le scuole sono già un presidio per la prevenzione, e non ci riferiamo solo ai protocolli sanitari in vigore: chi è istruito fa prevenzione e si cura meglio di chi non lo è.
Le scuole aperte sono garanti contro la dispersione e l’abbandono scolastico. Ormai è assodato che la chiusura delle scuole dei mesi scorsi ha compromesso il diritto all’istruzione dei e delle minori, così come il diritto all’infanzia, inteso in senso ampio, quale diritto alla relazione e al confronto con i coetanei. Sappiamo che maestri, maestre, docenti, all’avvio del nuovo anno scolastico, si sono trovati a svolgere un massiccio lavoro di ri-alfabetizzazione e ri-scolarizzazione di bambine, bambini, ragazze e ragazzi che, tra febbraio e settembre, sono regrediti in competenze fondamentali. Le conseguenze di una nuova chiusura sarebbero catastrofiche, con una ulteriore “regressione” relazionale, culturale, di competenze basilari e di saperi.
Per questi motivi Priorità alla Scuola ha lanciato una petizione online sulla piattaforma Avaaz rivolta al Presidente Conte e a tutti i presidenti di Regione, che in poche ore ha raggiunto le 5.600 firme, per chiedere al Paese di adottare provvedimenti in grado di tutelare il diritto alla salute insieme al diritto all’istruzione (https://secure.avaaz.org/community_petitions/it/al_presidente_del_consiglio_e_presidenti_di_tutte__priorita_alla_scuola/?tdIxLmb)
È questa la scelta fatta dalla grande maggioranza dei nostri partner europei, tra cui Francia, Germania, Olanda, Irlanda, Gran Bretagna, le cui misure di lockdown prevedono che i servizi educativi per l’infanzia e le scuole restino aperti.
Chiediamo pertanto che le scelte di Governo e Regioni siano all’altezza di quelle dei principali partner europei: restiamo in Europa, non solo in termini monetari e finanziari, ma in materia di diritti e di rapporti tra Stato e cittadini e cittadine. Anche nell’ipotesi di un lockdown generale, le scuole aperte potrebbero garantire l’adeguata flessibilità per il lavoro in smartworking.
Chiediamo che siano tutelati i diritti di fasce della popolazione che hanno già pagato caro la crisi in corso, e a cui al momento garantiamo solo il ruolo di debitori perpetui. Le scuole siano mantenute aperte, in presenza, in continuità, in sicurezza.