Recupero Corridoni, il progetto dell’amministrazione in cordata con Provincia ed Erap, centro culturale e abitazioni
OSIMO – Attuale da qualche settimana la questione recupero ex istituto Corridoni.
Lì’amministrazione comunale ha già in mente una ristrutturazione completa che segua due direttrici, da una parte la creazione di un polo colturale al piano terra, dall’altro la realizzazione di unità abitative.
“Sottoscrivere un accordo di programma tra Provincia, Comune ed Erap per riconvertire e riaprire l’ex Itc Corridoni di via Pompeiana – spiega il sindaco Simone Pugnaloni – L’intento è realizzare al piano terra uno spazio pubblico a destinazione culturale e nei due piani superiori degli alloggi di edilizia agevolata.
Il progetto ha già avuto una sua formulazione ufficiale in un ordine del giorno da sottoporre e approvare da parte del consiglio comunale.
“E’ la proposta contenuta in un ordine del giorno che è stato sottoscritto dai capigruppo consiliari di maggioranza – continua Pugnaloni – da me come sindaco e dal presidente del consiglio comunale Giorgio Campanari. Se verrà approvato dal consiglio comunale, impegnerà l’amministrazione a richiedere un incontro alla Provincia di Ancona, all’Erap e alla Soprintendenza dei Beni Culturali per verificare la possibilità di realizzare un accordo di programma che coinvolga più enti per ridare vita ad un immobile storico ma in degrado e abbandonato da oltre 10 anni. In sintesi, la proposta che verrebbe fatta alla Provincia, è di destinare il piano terra, insufficiente per ospitare la biblioteca comunale, al programma OsimoLab ma anche al museo civico e quello archeologico, visto che attualmente sono chiusi perché i locali di Palazzo Campana risultano inagibili dal sisma 2016. Ai piani superiori invece si lascerebbero spazi ad Erap per alcuni alloggi di edilizia agevolata in cambio dell’investimento sulla ristrutturazione complessiva dello stabile.
L’amministrazione comunale a sua volta proporrebbe al consiglio la variazione urbanistica dell’ex Corridoni, che attualmente prevede solo destinazioni culturali e formative, le quali scoraggiano gli investimenti da parte di privati, rendendo vano ogni tentativo di cessione da parte della Provincia”.