REGIONALI/Mangialardi “Pronti a una svolta storica”. Presentato a Osimo il programma di governo insieme al ministro Gualtieri
OSIMO – È stato il teatro La Nuova Fenice di Osimo a fare da cornice all’incontro tra Maurizio Mangialardi e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Un vero e proprio momento di svolta in vista del rush finale della campagna elettorale per il voto del 20 e 21 settembre.
Un incontro che il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione
Marche ha voluto intitolare non a caso “Direzione Marche”: “Ho scelto questo titolo – ha spiegato – perché voglio indicare due aspetti in maniera chiara. Si è aperta una fase storica completamente differente rispetto al passato. Le ricerche che abbiamo svolto ci indicano che dopo il Covid ha cambiato il mondo in pochi mesi. Nuove priorità si sommano a temi storici, ma anche una nuova sensibilità e solidarietà sembra emergere. Per questo non posso accontentarmi di promettere un buon governo, ma devo proporre un progetto strutturale forte: Direzione Marche è la direzione del popolo marchigiano verso un futuro migliore per sé e per i propri figli”.
Durante l’incontro, moderato dal giornalista Maurizio Blasi, è stato approfondito il programma elaborato dal centrosinistra per il futuro delle Marche. Sì, perché insieme a Gualtieri, incontrato già nelle settimane scorse per porre la vertenza Marche, Mangialardi ha affrontato il vero grande tema dei prossimi mesi, ovvero come verranno ridistribuite e impiegate le ingenti risorse in arrivo dall’Europa tramite il Recovery Fund.
“Grazie all’accordo siglato lo scorso 21 luglio dai governi europei – ha detto Mangialardi -, accordo osteggiato dalla destra sovranità che si candida alla guida della Regione solo con slogan vuoti e stereotipi antieuropei, l’Italia ha un’occasione unica dal dopoguerra a oggi con ben 209 miliardi di euro a disposizione per far fronte alla crisi generata dalla pandemia. Al ministro Gualtieri, nell’incontro che abbiamo già avuto a Roma, ho chiesto che su tali risorse, così come sui 27,4 miliardi del Sure e ai findi che potrebbero arrivare in futuro dal Mes e dai canali ordinari, si faccia un ragionamento politico e non solo contabile. Per le Marche occorre un impegno concreto su tre aspetti fondamentali: potenziamento delle infrastrutture, investimenti sull’edilizia sanitaria, digitalizzazione, innovazione e ambiente, oltre al rilancio delle aree del sisma. Siamo convinti di essere di fronte a una svolta epocale, perché le nostre idee e i nostri progetti stanno per uscire dal cassetto dei sogni grazie a investimenti volti a superare ritardi storici e a realizzare significative riforme in campo economico”.
“Il Recovery Fund – ha confermato il ministro Gualtieri – rappresenta una risposta alla crisi dovuta al Covid del tutto diversa da quella data dall’Europa dopo il 2008. Una risposta basata sulla coesione sociale e la solidarietà. È importante che le risorse che giungeranno nelle Marche siano gestite da un presidente serio, capace e deciso come Mangialardi. Ho già capito che sarà un osso duro, ma questo è un aspetto sicuramente positivo per le Marche, perché oggi esiste la concreta occasione di affrontare e risolvere i problemi strutturali di questa regione, cambiare il suo volto, ricucedo le sue fratture interne, aggravate dal sisma, e riconnettendola al resto del Paese e all’Europa. Sono sicuro che i marchigiani faranno la scelta giusta”.
Mangialardi ha indicato anche dove dovranno essere investiti i fondi in arrivo da Bruxelles: “Abbiamo segnalato da sempre una lontananza fra le necessità della regione e la sua dimensione infrastrutturale: serve un investimento globale, a partire dal sistema ferroviario. Per il raddoppio della Orte-Falconara la Regione ha già messo nel mirino il tratto Fabriano Albacina e stanziato 77 milioni di euro. Con i nuovi fondi si potrà realizzare il secondo tratto di connessione fra Castelplanio e Fabriano. Anche sulla tratta ferroviaria Adriatica sono stati studiati progetti per fare in modo di avere un potenziamento di questa linea a servizio dell’intero asse Adriatico con un prolungamento dell’alta velocità da Bologna a Bari”
“Un secondo capitolo di straordinaria importanza – ha continuato poi Mangialardi – riguarda le strade, a partire dalle quattro corsie per collegare il porto di Ancona con la statale 16. La priorità è la realizzazione della terza corsia da Porto Sant’Elpidio fino a San Benedetto del Tronto, già progettato in parte fino a Pedaso. Servono poi le risorse per il completamento della Fano-Grosseto, opera rimasta ferma per troppi anni, e per rimodernare l’ultimo tratto della Salaria. Di importanza fondamentale è anche il completamento della Pedemontana Fabriano-Sassoferrato-Caglia, opera che unisce una parte fondamentale del territorio regionale e, in modo particolare, alcune aree interne che più di ogni altro hanno bisogno di infrastrutture per lo sviluppo e per la sicurezza. Infine, nel territorio delle province di Ascoli Piceno e Fermo si è sviluppato il progetto della Transcollinare Piceno-Fermana, strada della Mezzina, che rappresenta un collegamento strategico per unire le vallate della provincia di Ascoli Piceno con quella di Fermo, Inoltre, per le Marche altro tema rilevante sono le ciclovie di interesse nazionale per le quali abbiamo chiesto al ministro di garantire il completamento e le interconnessioni”.
Ma Mangialardi risponde prontamente anche a chi obietta che le risorse europee serviranno solo per progetti a lungo termine, senza incidere subito sulla comunità. “Non è assolutamente vero: le prime risorse andranno destinate al potenziamento dei nostri ospedali, al recupero di alcune strutture dismesse, e al sostegno e lo sviluppo della medicina del territorio, che sarà un punto cardine del nostro governo, perché, come ha dimostrato la drammatica esperienza del Covid, è prioritario che il cittadino possa accedere con facilità ai presidi di prevenzione e tempestivamente alla diagnosi, senza essere costretto a ricorrere al servizio privato”.
Tra le priorità c’è ovviamente anche la Ricostruzione post sisma: “C’è una ferita da sanare, che è quella della Ricostruzione post sisma. Lo abbiamo detto per tutti questi quattro anni e lo ribadiamo con ancora più forza oggi: non è accettabile che il tema della Ricostruzione rimanga impantanato nelle pastoie di un burocrazia statale miope, che oltre a non rispondere ai bisogni della popolazione, distacca e avvelena il rapporto tra istituzioni locali e cittadini. Non lo è, anzitutto, per una questione di giustizia e rispetto nei confronti delle popolazioni che hanno vissuto questo dramma; ma non lo è anche per una questione di credibilità delle istituzioni pubbliche e, quindi, per la necessità di difendere il valore stesso della democrazia”.