Tragedia di Corinaldo, oltre la cronaca dei fatti le riflessioni
CORINALDO – Facile parlare quando le cose sono accadute. Inutile dire “io lo sapevo” oppure “chi mai poteva prevedere” quando ci sono in ballo delle vite, delle giovani vite.
A Torrette ancora feriti dalla tragedia che lottano tra la vita e la morte, più altri, troppi altri feriti in modo più lieve nel corpo, indimenticabile nell’anima.
Durante, dopo la tragedia, hanno sentito urla disperate, visto
negli occhi dell’amico con cui poco prima ballavano il terrore. Un terrore irrefrenabile. E poi hanno visto la morte. Sotto quei lenzuoli bianchi, fuori dalla discoteca.
E’ chiaro che al momento oltre alla cronaca puntuale dei fatti, già ampiamente diffusa da tutte le testate locali e nazionali, poco si può dire. Il momento è delicato, prima di tutto perché le lacrime non si sono ancora asciugate e passerà molto tempo prima che si asciughino, se si asciugheranno dagli occhi di familiari, dagli occhi della comunità.
Secondo perché sono in corso indagini e tutto ciò che viene detto in modo più o meno ufficiale rischia di compromettere il lavoro degli inquirenti, di puntare il dito contro chi è innocente e magari giustificare chi ha responsabilità pesanti.
Restano però gli interrogativi. Oltre a quello universale del perché, quello più umano del perché è accaduto, materialmente, concretamente.
Le ipotesi che si affacciano sono tante tutte potenzialmente vere e tutte potenzialmente false. Fortuna i video, girati da lungimiranti ragazzi anche se in attimi di terrore puro. E le testimonianze.
Troppi biglietti venduti per uno spazio così piccolo, ma saranno gli inquirenti a stabilire. Troppo tardi per un concerto, tanto che alla 01 ancora non era iniziato. E la ambigua versione riguardo alle indicazioni che i buttafuori avrebbero dato ai ragazzi, o alle presunte porte di sicurezza chiuse invece che aperte. Ipotesi, dicevamo, da verificare.
E restano le verità, qualcuno che oggi sente le notizie, guarda i telegiornali sapendo di essere stato il responsabile della tragedia, qualcuno che nella sua incoscienza o forse miseria umana o ancora delinquenza innata ha spruzzato lo spray urticante. Sempre che questa sia stata la causa del fuggi fuggi.
E restano ancora dei pesi sulla coscienza di altri, che rischiano, e tanto, oltre l’incubo perenne di aver decretato la fine di sei giovani vite.
Responsabilità ci sono, è innegabile, morali e materiali.
Questa mattine i genitori di adolescenti e non hanno subito l’ennesimo contraccolpo.
Il dolore empatico per gli altri genitori colpiti dalla tragedia e la sensazione che ogni genitore ha quando i figli vanno in discoteca e tornano a casa. Anche questa volta è andata.
E ci si continua ad affidare al destino, all’universo, al caso, alla fortuna. Senza pensare che molto, troppo, dipnde proprio dalla coscienza e dalla onestà degli uomini.
foto La Rpubblica