Confartigianato “Per la Valmusone maggior credito alle imprese per rilancio e innovazione”
OSIMO – La Confartigianato Imprese della zona sud della Provincia segue con apprensione gli sviluppi della fusione per incorporazione di Carilo in UBI-Banca partendo soprattutto da riflessioni di carattere strategico e territoriale. Il primo pensiero va ovviamente alla possibile stretta occupazionale: “Il nostro auspicio – sostiene Paolo Picchio Responsabile Sindacale del Mandamento per Confartigianato – è che le operazioni di riorganizzazione non portino alla perdita di posti di lavoro; il tema dell’occupazione è ancor oggi un tema caldo e drammatico ed esso costituisce la peggiore eredità lasciata da questi anni di crisi su un territorio come il nostro della Valmusone che invece poteva vantare performances solo che positive sino al 2007”. Si fa un gran parlare
di chiusure di sportelli e preparativi per lo switch, il tutto rinforzato dalle grandi polemiche per le tante cose che si sarebbero dovute fare prima.
“La Confartigianato vuole evidenziare con forza come essa vanti da sempre una ottima collaborazione con UBI-Banca e non vuole assolutamente toccare questioni legate ai soggetti in gioco in questa partita; il nostro pensiero va oltre, va al territorio e alle strategie”.
Il timore è che passi in sordina il rischio di un effetto restrittivo per il credito concesso alle imprese della Valmusone che si troveranno ad interloquire con un unico soggetto elargente. “In questo momento – prosegue Picchio – in alcuni settori si stanno vedendo segnali di ripresa, persino nella stessa edilizia, settore che dovrà giocarsi la partita della ricostruzione post-sisma; nel settore manifatturiero c’è da supportare l’immissione delle competenze digitali, c’è da sostenere l’avvio di processi di innovazione e poi c’è sempre da ricercare l’approdo su nuovi mercati internazionali.
Da questo punto di vista risulta fondamentale innalzare il livello tecnologico delle imprese soprattutto dei settori legati ad un manifatturiero che ha al suo interno anche un forte innesto di creatività”. Per fare tutto questo la leva del credito è fondamentale e la caratteristica di tessuti economici come quello dei comuni di Osimo, Castelfidardo, Loreto, Filottrano, Camerano è che la dimensione di impresa che è oggi soggetta a queste trasformazioni non è solo quella della grande industria, ma soprattutto quella di una media impresa e spesso anche di piccole imprese con alta specializzazione. “Ci siamo permessi di esternare questa nostra preoccupazione – conclude Picchio – perché percepiamo fortemente che, specie in alcuni settori, siamo di fronte ad un bivio: trasformazione o decadenza. Per queste ragioni non ci si può permettere una restrizione del credito a questo nostro territorio, serve esattamente il contrario”.
Per questo Confartigianato rivolge un pressante appello a tutti gli Istituti di credito – in primis a Ubi Banca – rinnovando la sua massima collaborazione per lo sviluppo delle imprese, del territorio e il sostegno alle famiglie.
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