Da Osimo, l’appello del sindacalista Bentivogli: “Le istituzioni affianchino le PMI per fare le Marche 4.0”
OSIMO – L’intervento all’evento online del Comune di Osimo, sabato 27 giugno, Giornata mondiale delle PMI. Una “brain storming” multidisciplinare, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del Prof. Piero Alessandrini e di Enrico Loccioni. Un primo step per fare di Osimo e delle Marche
l’embrione di un nuovo Rinascimento industriale italiano.
“Faccio un appello alle istituzioni delle Marche: sarebbe utile che anche a livello istituzionale ci si occupasse dell’accompagnamento delle piccole imprese, di risolvere i problemi, per costruire insieme ecosistemi digitali per le Marche 4.0, per difendere quello che abbiamo e attrarre la possibilità di generare futuro. Le Marche hanno la necessità di un’innovazione complessiva, istituzionale, sociale, tecnologica, della mobilità regionale, che è assolutamente fondamentale. Credo che questo possa creare una nuova stagione, dopo quella della grande industria dell’elettrodomestico e di quella più artigianale calzaturiera. Ci sono tantissime micro imprese che hanno bisogno di strutture di supporto e soprattutto di politici con visione di lungo periodo”. È questo il messaggio lanciato da Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl, intervenuto sabato 27 giugno, alla diretta streaming, dal titolo “Un patrimonio mondiale: le Marche manifatturiere”, organizzata dal Comune di Osimo, nell’ambito del progetto OsimoLab, per la Giornata mondiale delle Piccole e Medie Imprese (PMI), promossa dall’ONU.
“L’elemento fondamentale – ha aggiunto Bentivogli – è ritornare ad immaginare, proprio in una fase in cui la produzione è sempre più verticalizzata, modelli che prevedono un territorio capace di accompagnare le imprese. L’esperienza di Loccioni credo sia un ottimo esempio di quello che bisognerebbe fare, cioè ragionare in ottica ecosistemica: pensare che il territorio debba essere un posto a cui non solo si restituisce, ma un posto da cui si prende e a cui si contribuisce in termini di sostenibilità complessiva e di capacità di crescita”.
Bentivogli, a cui è stata espressa solidarietà da parte dell’Amministrazione comunale di Osimo per le recenti minacce ricevute in relazione alla sua attività sindacale, si è soffermato inoltre sull’importanza della riqualificazione professionale, dell’alternanza scuola-lavoro, della messa in rete delle eccellenze tecnologiche, della diffusione delle competenze e del lavoro agile.
Dunque, affiancare le imprese, in un’ottica di partenariato pubblico-privato e puntare a Centri di Imprenditorialità Diffusa, di cui OsimoLab può costituire il primo esempio, come evidenziato da Frida Paolella, Consigliera delegata ad OsimoLab e Politiche europee: “Osimolab è un luogo per il Rinascimento industriale in Italia, dove fare un lavoro sartoriale per le diverse categorie di imprese ed aiutarle ad affrontare nuove e vecchie sfide, aggravate da Covid-19. Un progetto – ha aggiunto Paolella, promotrice e coordinatrice dell’iniziativa – che risponde in pieno all’appello di Bentivogli. All’innovazione non si comanda, l’internazionalizzazione è una scelta necessaria per l’economia regionale. Servono gli Stati generali delle PMI marchigiane. È il momento di uno sforzo coordinato nella cornice globale dell’Agenda 2030 dell’Onu”.
“Fare impresa oggi costa e l’amministrazione comunale può mettere a disposizione un luogo dove poter iniziare questa impresa, un luogo dotato di computer, di connettività, a disposizione di quei ragazzi che voglio investire in innovazione, creare start up e guardare al futuro. Per questo vogliamo creare OsimoLab, uno spazio comune per coloro che vogliono fare impresa”, ha spiegato il sindaco Simone Pugnaloni. “L’amministrazione comunale – ha aggiunto il primo cittadino – deve camminare insieme alle istituzioni superiori e ascoltare imprenditori e sindacati, che quando si mettono insieme sono la forza più importante del nostro Paese. Credo che il connubio tra rispetto dell’ambiente, innovazione tecnologica, scienza e risorse da parte delle istituzioni pubbliche possa fare squadra e ci permetterà di guardare lontano”.
Enrico Loccioni, imprenditore marchigiano di successo riconosciuto a livello internazionale, ha ricordato la necessità di collaborazione con le istituzioni, a partire dall’università, secondo gli insegnamenti di Giorgio Fuà già negli anni ’90. Dunque, la conoscenza come elemento fondamentale, da portare costantemente all’interno dell’impresa. Loccioni, inoltre, ha sottolineato il ruolo determinante della tecnologia per connettere competenze e territori lontani, lavoro e crescita. Perché “il piccolo è bello, ma integrato è meglio”. E, a sorpresa, ad affiancare Loccioni, nel corso della diretta, è arrivato un altro esempio di brillante imprenditoria marchigiana: Giovanni Fileni.
Una proposta di piano di sviluppo delle PMI marchigiane per la fase post Covid-19 è arrivata da Claude Ngirumpatse, esperto di internazionalizzazione, in collegamento da Berlino. Una ricetta basata su parità di genere, branding regionale, apertura alla scienza, lotta al “demagogismo cognitivo”, flessibilità manageriale e “mobilità strategica”. E la parità di genere, specie in relazione alle materie STEM, insieme alle competenze come ponte tra mondo accademico e imprese sono i temi su cui ha insistito l’astrofisica Francesca Faedi.
La prospettiva della micro impresa è, invece, quella portata da Marco Scalmati, presidente del CAM – Polo Tecnologico Produttivo Integrato. Per risolvere lo stallo in cui si trovano da anni le imprese di più piccole dimensioni, la strada obbligata è consorziarsi, fare squadra, creare cluster anche per condividere competenze. A rappresentare la categoria delle pmi innovative, Andrea Andreucci, di Visionaprogetti, che si occupa di Sistemi meccatronici 4.0. Andreucci si è rivolto alla PA, chiedendo, a livello nazionale, lotta all’evasione fiscale, a livello regionale, incentivi per la fusione di micro imprese e, a livello comunale, l’organizzazione di incontri tra le imprese del territorio. E a rispondere a quest’ultima richiesta, si è detta subito disponibile l’Assessore allo Sviluppo economico del Comune di Osimo, Michela Glorio, che si attiverà per creare occasioni di incontro e tavoli di lavoro tra le aziende del territorio, coordinandosi anche con i comuni limitrofi, in un’ottica di consolidata collaborazione proficua.
Al pensiero di Piero Alessandrini, professore emerito di Economia politica dell’Università Politecnica delle Marche, sono state affidate le conclusioni. Un quadro in chiaro scuro, tra pregi e difetti delle piccole imprese. Le piccole imprese sono state un volano economico negli anni ’70, hanno fatto capire l’importanza del radicamento territoriale, nel caso di chiusura non creano voragini occupazionali o obblighi di protezione, come le grandi aziende e hanno maggiore capacità di reinventarsi. Le piccole imprese creative sono anche il luogo in cui si sviluppano le competenze, diverse dalle conoscenze che si acquisiscono all’università. Senz’altro è poi determinante la lungimiranza di chi guida l’impresa, quelli che Fuà definiva “imprenditori illuminati e culturalmente impegnati”. Dall’altro lato, il piccolo imprenditore generalmente soffre di un conservatorismo deleterio e fa fatica ad attirare giovani laureati, visti come un costo. Ci sono poi le difficoltà dell’accesso al credito, dell’integrazione nei circuiti di valore, della mancanza di dialogo col mondo politico, della carenza di infrastrutture. Le nuove tecnologie, infine, piuttosto che come limite, possono essere un’opportunità per le pmi: un’impresa può essere piccola, ma gestire grandi mercati e grandi fatturati.
Nel corso dell’appuntamento, è stata proposta anche la best practice della più grande realtà imprenditoriale marchigiana, che quest’anno festeggia 90 anni: la Ariston Thermo Group. Ad intervenire, attraverso un contributo video, Carlo Andreatini, Executive Vice President Europe del Gruppo, che ripercorrendo le fasi dell’espansione internazionale dell’azienda, ha spiegato come sia diventata un’impresa multinazionale, con radici locali e mercato globale. L’attaccamento al territorio d’origine, quindi, come chiave di successo. E proprio nelle Marche ancora oggi ci sono i poli produttivi più importanti dell’azienda. Di recente, inoltre, ad Albacina, sede della prima fabbrica realizzata dalla famiglia Merloni, è stato sviluppato un polo tecnologico per la realizzazione di prodotti che utilizzano energie rinnovabili.
L’attualità più stringente vede le PMI impegnate ad affrontare la sfida del Covid-19, che ha messo a rischio la sopravvivenza di molte di esse e stravolto il mondo del lavoro. Serve, quindi, un impegno collettivo per uscirne, come sostenuto dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, nel suo video-messaggio, trasmesso nel corso del dibattito. “La pandemia ha messo a nudo preoccupanti lacune, fragilità, inadeguatezze – sono state le parole di Guterres – Il mondo del lavoro non può e non dovrà sembrare lo stesso dopo questa crisi. È il momento di uno sforzo coordinato, globale, regionale e nazionale, per creare un lavoro decente per tutti come fondamento di una ripresa verde, inclusiva e resiliente”.