Camorra, don Maurizio Patriciello ad Osimo il 3 settembre per il Festival “Gianni Rossetti”
OSIMO – Anche la Camorra ha paura. Teme gli uomini semplici, quelli abbastanza coraggiosi da sottrarsi al clima d’omertà e connivenza che ha regalato ai boss il loro potere.
Persone come don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli), che con le sue omelie ed i suoi articoli è riuscito a portare all’attenzione dell’intero Paese le oscenità compiute dal crimine organizzato nelle periferie di tutta la Campania.
Tra rifiuti tossici abbandonati accanto alle case e ragazzi giovanissimi coinvolti in faide sanguinose di droga e potere, don Maurizio racconterà anche agli osimani cosa significhi vivere nel fortino della Camorra e lottare per un futuro diverso.
Lo farà sabato 3 settembre, alle ore 21, prezzo il Chiostro del Santuario di San Giuseppe, in via San Francesco (Osimo). Sarà lui il terzo ospite dell’undicesima edizione del Festival del Giornalismo d’Inchiesta delle Marche “Gianni Rossetti”, organizzato dal Circolo Culturale Ju-Ter Club Osimo. Con lui, sul palco, i giornalisti Caterina Cantori e Luca Romagnoli mentre l’apertura dell’evento sarà affidata a don Aldo Bonaiuto, tra i più noti esperti di sette ma soprattutto, anche lui, parroco in prima linea tra i più fragili e bisognosi. L
a serata sarà l’occasione per premiare don Maurizio e con lui l’Associazione Nadia Toffa, che nel nome dell’inviata delle Iene scomparsa prematuramente nel 2019, porta avanti attività di sostegno verso gli ultimi. Proprio con la Toffa, don Patriciello condivideva l’impegno a denunciare l’incredibile situazione della cosiddetta Terra dei Fuochi, chilometri quadrati di campagne dell’entroterra campano trasformate dalla Camorra in discariche per rifiuti pericolosi ed inquinanti. Molti sono quelli che a causa delle sostanze tossiche si sono ammalati, tanti quelli che sono morti.
Come sono tanti quelli che gravitano attorno al mondo della droga, che uccide non solo chi la consuma ma anche chi la vende. Succede anche a Caivano: la parrocchia di don Maurizio si trova infatti al centro di una delle piazze di spaccio più grandi d’Italia, dove non è raro che divergenze tra clan concorrenti si risolvano con la violenza. Ma soprattutto, parliamo di cittadine dove nella Camorra ci si entra sin da giovanissimi, quasi bambini. Per loro combatte don Patriciello, tenendoli lontani dalle strade grazie all’oratorio ed allo sport ma anche evitando che l’attenzione di media, politica e magistratura si attenui, lasciando Caivano e tante altre città come lei nelle mani dei boss.
Un premio, il prossimo 3 settembre, andrà anche alla Lega del Filo d’Oro, che da quasi 60 anni è al fianco dei bambini sordociechi e delle loro famiglie. Contesti diversi, certo, ma uniti da uno spirito comune e dall’idea che la solidarietà possa creare un mondo, se non migliore, almeno diverso.