Come si viveva 7000 anni fa sul Conero? La conferenza dei Sabati Culturali lo spiega
PARCO DEL CONERO – Un sito archeologico di straordinaria importanza rinvenuto nel ‘99 in area Poggio, nei pressi del parcheggio scambiatore di Portonovo, ha restituito importanti testimonianze del passaggio di una comunità che viveva nel Conero 7000 anni fa.
Un sito archeologico di straordinaria importanza rinvenuto nel ‘99 in area Poggio, nei pressi del parcheggio scambiatore di Portonovo, ha restituito importanti testimonianze del passaggio di una comunità che viveva nel Conero 7000 anni fa: una ventina di forni risalenti all’epoca neolitica ed oggetti di uso comune. Con il prossimo dei Sabati Culturali a cura dell’ Unitrè Numana-Sirolo, in collaborazione con il Parco del Conero, il 5 febbraio, alle ore 17,30 al centro visite del Parco, si andrà alla scoperta della storia di questo sito con la Dott.ssa Mara Silvestrini del Museo Archeologico Nazionale delle Marche. Una ventina di forni a cupola con base circolare, che presentano diversi gradi di conservazione ed all’ interno di due di essi sono state rinvenute le sepolture di tre individui adulti. Nell’ area, anche materiali archeologici costituiti da frammenti di ceramica, a volte decorati a impressioni, lame e lamelle in selce, macine e pestelli. Oltre a questo, sono stati trovati frammenti di ossidiana, proveniente da Lipari. Le datazioni al radiocarbonio permettono di collocare con precisione la vita del sito intorno alla metà del VI millennio a.C., cioè circa 7000 anni fa ed a costruire i forni è stata una comunità. Come vivevano questi agricoltori? Come utilizzavano i forni? Di questo e di tanto altro si parlerà sabato, di questa scoperta che va a valorizzare ancor più una’ area pregiata come quella del Parco del Conero. Da sottolineare c’è che la vocazione agricola di queste terre abbia fatto da collante alla nascita di un importante progetto di collaborazione tra: la Sapienza, con le ricerche archeologiche; l’Università Politecnica delle Marche, con la realizzazione della documentazione 3D delle strutture; il Parco del Conero e la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, che forniscono il supporto istituzionale alle ricerche; l’Azienda agricola Benadduci Tagliarini della Filiera Terre del Conero, che ha messo a disposizione l’alloggio per i ricercatori e gli studenti; la condotta Slow Food di Ancona che ha organizzato un convegno all’Hotel La Fonte; i ristoratori (Emilia, Marcello, il Molo) e la Cooperativa dei pescatori della baia di Portonovo, che hanno ospitato l’équipe di scavo. Un concorso di forze che, in tempi di drastica riduzione dei finanziamenti alla ricerca, ha costituito una risposta concreta e ha dato prova di come sia possibile attuare forme di collaborazione proficua per incrementare la conoscenza del patrimonio culturale di un territorio e, al tempo stesso, contribuire alla sua valorizzazione turistica.