Umberto Galimberti questa sera a Numana, tema dell’incontro: Il Contagio e la Rinascita
NUMANA – Non a Voce Sola, rassegna di filosofia, poesia, narrativa, musica ed arti arriva al quinto appuntamento della sua undicesima edizione, sempre con la ferrea volontà di essere una doverosa occasione di dialogo fra i generi e vetrina immancabile per raccontare il multiforme ingegno femminile nelle sua moltissime declinazioni.
Quest’anno il fil rouge prescelto per il dialogo si incentra sulla Rinascita, non come mero cambiamento, ma come spalancarsi dell’essere umano al mondo, al prendere coscienza proprio in un momento storico come quello del covid19, dove quarantena, distanziamento e tecnologia sono diventati i leitmotiv della nostra quotidianità, di quanto sia importante per gli uomini e, soprattutto, per le donne (ri)prendere contatto diretto con il mondo, spalancare gli occhi sulla realtà e sui suoi problemi, senza frapporre in mezzo lo schermo della tecnologia e senza rinunciare a trasporre la vita vera e il dolore della morte e della malattia nel profetico dono della poesia.
Grande amico della rassegna, amante del dialogo filosofico tra i generi, anche quest’anno non poteva mancare a dare il suo contributo, il filosofo, sociologo e psicanalista Umberto Galimberti, che sarà protagonista di questo quinto appuntamento nella città di Numana, in Piazza del Santuario, il 23 luglio alle ore 21,15, con un intervento imperdibile dal titolo Il Contagio e la Rinascita.
Umberto Galimberti nasce a Monza nel 1942, e si laurea giovanissimo nel 1965, tra mille difficoltà economiche e un periodo da operaio in Germania per poter finire di pagare la retta universitaria e laurearsi, alla Cattolica di Milano in filosofia, con una tesi sull’allora ancora vivente Karl Jaspers. Continua, accanto all’attività di professore di lettere in un ginnasio di Monza, la carriera accademica e la ricerca sul rapporto tra filosofia e psiche umana, conoscendo di persona e traducendo in italiano Karl Jaspers, e riuscendo nel 1976 a diventare professore di Antropologia Culturale, poi di Filosofia della Storia e infine di Filosofia Morale alla Ca’Foscari di Venezia, per la quale ha insegnato fino ad oggi. Dopo un percorso psicanalitico attivo e passivo presso al CIPA di Roma, diventa psicanalista e approfondisce il tema dei nessi tra psicopatologia e problemi filosofici dell’essere umano, aderendo come ricercatore alla International Association for Analytical Psychology. La sua ricerca vive da anni nella divulgazione sulle pagine filosofiche, culturali e divulgative del Sole 24 Ore e de’ La Repubblica; Galimberti racconta infatti assai volentieri al grande pubblico le sue riflessioni sul rapporto tra filosofia, psicologia e psicopatologia, tra filosofia, religione ed età della tecnica, e tra le nuove generazioni e il nichilismo. Tra i suoi volumi sono divenuti celeberrimi i saggi divulgativi come L’Ospite Inquietante. Il nichilismo e i giovani, I miti del nostro tempo, e Psiche e Tecnè, l’uomo nell’età della tecnica.
La malattia del secolo, secondo Galimberti, è proprio quella che parte dall’anima, e si nutre del vuoto di valori e di idee degli ultimi decenni, e cresce tra lo strabordare della tecnica/tecnologia ovunque che, anzi che mettere l’essere in contatto con il mondo e farlo sentire meno solo nel suo malessere esistenziale, pone fra lui e il mondo uno schermo che lo conforma e annulla ancor di più. Ma il contagio, il fattore imprevedibile, mette ognuno solo col cuor della terra, nel vuoto più assoluto, in cui si rende ancor più necessario spalancarsi al mondo. Potrà essere l’occasione per la rinascita? A Non a Voce Sola racconterà la sua riflessione su questo tema, in un intervento dal titolo Contagio e Rinascita.
Gianluigi Tombolini, sindaco del Comune di Numana, ha accolto con queste parole l’arrivo del quinto appuntamento di Non a Voce Sola 2020 nella sua città: “Sono molto onorato di ospitare un personaggio che può offrire un contributo significativo alla comprensione del particolare momento che stiamo vivendo, fornendo spunti interessanti per affrontare la new life di questa stagione.”
La direttrice artistica della rassegna, Oriana Salvucci, ha così definito l’apporto del filosofo Galimberti allo sviluppo della rassegna, considerando quanto mai attuali e necessarie le sue riflessioni su uomo, donna e schiacciamento della psiche nella temibile età della tecnica: ” La Rinascita, fil rouge della rassegna 2020, è una sorta di provocazione che abbiamo voluto lanciare per favorire una riflessione sul periodo storico che stiamo attraversando fra post-verità e Covid. La grande sfida è quella di rendere la parola evento di verità, ancorata ai fatti e non alle interpretazioni o opinioni. Umberto Galimberti ha una sua visione della nostra era, l’era della tecnica, l’era in cui la tecnica non è più uno strumento nelle mani delle donne e degli uomini, ma il mondo in cui viviamo, l’aria che respiriamo, la vita che non è vita. Tocca a lui guidarci fra le rovine della nostra società, fra mito della giovinezza e della salute e rimozione della morte. Tocca al filosofo darci le parole per nominare la nostra paura, il nostro disorientamento, la nostra solitudine, la nostra fragilità e ricordarci che siamo essere umani finiti in un mondo infinito. “
NUMANA – Non a Voce Sola, rassegna di filosofia, poesia, narrativa, musica ed arti arriva al quinto appuntamento della sua undicesima edizione, sempre con la ferrea volontà di essere una doverosa occasione di dialogo fra i generi e vetrina immancabile per raccontare il multiforme ingegno femminile nelle sua moltissime declinazioni.
Quest’anno il fil rouge prescelto per il dialogo si incentra sulla Rinascita, non come mero cambiamento, ma come spalancarsi dell’essere umano al mondo, al prendere coscienza proprio in un momento storico come quello del covid19, dove quarantena, distanziamento e tecnologia sono diventati i leitmotiv della nostra quotidianità, di quanto sia importante per gli uomini e, soprattutto, per le donne (ri)prendere contatto diretto con il mondo, spalancare gli occhi sulla realtà e sui suoi problemi, senza frapporre in mezzo lo schermo della tecnologia e senza rinunciare a trasporre la vita vera e il dolore della morte e della malattia nel profetico dono della poesia.
Grande amico della rassegna, amante del dialogo filosofico tra i generi, anche quest’anno non poteva mancare a dare il suo contributo, il filosofo, sociologo e psicanalista Umberto Galimberti, che sarà protagonista di questo quinto appuntamento nella città di Numana, in Piazza del Santuario, il 23 luglio alle ore 21,15, con un intervento imperdibile dal titolo Il Contagio e la Rinascita.
Umberto Galimberti nasce a Monza nel 1942, e si laurea giovanissimo nel 1965, tra mille difficoltà economiche e un periodo da operaio in Germania per poter finire di pagare la retta universitaria e laurearsi, alla Cattolica di Milano in filosofia, con una tesi sull’allora ancora vivente Karl Jaspers. Continua, accanto all’attività di professore di lettere in un ginnasio di Monza, la carriera accademica e la ricerca sul rapporto tra filosofia e psiche umana, conoscendo di persona e traducendo in italiano Karl Jaspers, e riuscendo nel 1976 a diventare professore di Antropologia Culturale, poi di Filosofia della Storia e infine di Filosofia Morale alla Ca’Foscari di Venezia, per la quale ha insegnato fino ad oggi. Dopo un percorso psicanalitico attivo e passivo presso al CIPA di Roma, diventa psicanalista e approfondisce il tema dei nessi tra psicopatologia e problemi filosofici dell’essere umano, aderendo come ricercatore alla International Association for Analytical Psychology. La sua ricerca vive da anni nella divulgazione sulle pagine filosofiche, culturali e divulgative del Sole 24 Ore e de’ La Repubblica; Galimberti racconta infatti assai volentieri al grande pubblico le sue riflessioni sul rapporto tra filosofia, psicologia e psicopatologia, tra filosofia, religione ed età della tecnica, e tra le nuove generazioni e il nichilismo. Tra i suoi volumi sono divenuti celeberrimi i saggi divulgativi come L’Ospite Inquietante. Il nichilismo e i giovani, I miti del nostro tempo, e Psiche e Tecnè, l’uomo nell’età della tecnica.
La malattia del secolo, secondo Galimberti, è proprio quella che parte dall’anima, e si nutre del vuoto di valori e di idee degli ultimi decenni, e cresce tra lo strabordare della tecnica/tecnologia ovunque che, anzi che mettere l’essere in contatto con il mondo e farlo sentire meno solo nel suo malessere esistenziale, pone fra lui e il mondo uno schermo che lo conforma e annulla ancor di più. Ma il contagio, il fattore imprevedibile, mette ognuno solo col cuor della terra, nel vuoto più assoluto, in cui si rende ancor più necessario spalancarsi al mondo. Potrà essere l’occasione per la rinascita? A Non a Voce Sola racconterà la sua riflessione su questo tema, in un intervento dal titolo Contagio e Rinascita.
Gianluigi Tombolini, sindaco del Comune di Numana, ha accolto con queste parole l’arrivo del quinto appuntamento di Non a Voce Sola 2020 nella sua città: “Sono molto onorato di ospitare un personaggio che può offrire un contributo significativo alla comprensione del particolare momento che stiamo vivendo, fornendo spunti interessanti per affrontare la new life di questa stagione.”
La direttrice artistica della rassegna, Oriana Salvucci, ha così definito l’apporto del filosofo Galimberti allo sviluppo della rassegna, considerando quanto mai attuali e necessarie le sue riflessioni su uomo, donna e schiacciamento della psiche nella temibile età della tecnica: ” La Rinascita, fil rouge della rassegna 2020, è una sorta di provocazione che abbiamo voluto lanciare per favorire una riflessione sul periodo storico che stiamo attraversando fra post-verità e Covid. La grande sfida è quella di rendere la parola evento di verità, ancorata ai fatti e non alle interpretazioni o opinioni. Umberto Galimberti ha una sua visione della nostra era, l’era della tecnica, l’era in cui la tecnica non è più uno strumento nelle mani delle donne e degli uomini, ma il mondo in cui viviamo, l’aria che respiriamo, la vita che non è vita. Tocca a lui guidarci fra le rovine della nostra società, fra mito della giovinezza e della salute e rimozione della morte. Tocca al filosofo darci le parole per nominare la nostra paura, il nostro disorientamento, la nostra solitudine, la nostra fragilità e ricordarci che siamo essere umani finiti in un mondo infinito. “