I 50 anni di attività del Gruppo Ciclistico Campocavallo Ripercorsi con il libro “Dal Santuario Sui Pedali”
Sabato 1 marzo, all’auditorium della Lega del Filo d’Oro, la presentazione del volume scritto dal giornalista Luca Falcetta
OSIMO – Sabato 1 marzo, alle 17:00, presso l’auditorium della Lega del Filo d’Oro, ad Osimo, si terrà l’evento “50 anni di attività della società ciclistica di Campocavallo” con la presentazione del libro “Dal santuario sui pedali”, scritto dal giornalista Luca Falcetta ed edito dalla Regione Marche. Con la presenza di illustri ospiti verrà ripercorsa la storia del ciclismo ad Osimo, in particolare a Campocavallo dove, da 58 anni, operano il Club ed il Team Ciclistico presieduti da Giorgio Antonelli ed Emilio Paolini. L’iniziativa, patrocinata dal Consiglio regionale delle Marche e dalla Federazione Ciclistica Italiana, sarà anche una preziosa occasione di incontro per tutti coloro che da atleti, tecnici, dirigenti e semplici appassionati hanno avuto modo di interfacciarsi con questa prestigiosa realtà del mondo del pedale. Il volume ripercorre i successi, i retroscena e i personaggi del ciclismo osimano. Una bella storia di provincia con tanti interessanti aneddoti e una ricca serie di immagini. La tradizione ciclistica ad Osimo risale agli inizi del Novecento con le corse di velocità in cui gareggiarono le leggende del pedale Coppi e Bartali. Tale amore per le due ruote sfociò prepotentemente nella piccola frazione di Campocavallo con la nascita, nel 1967, dell’omonimo Gruppo Ciclistico. Un gruppo di appassionati, capitanato da Adalberto Gabrielloni, diede inizio a una vera e propria epopea ciclistica costellata di vittorie e storie uniche, come quella di Fred Mengoni, il mecenate che mise l’America sopra la bicicletta e scoprì il più grande campione statunitense di tutti i tempi: Greg Lemond. In oltre 50 anni di storia tanti giovani marchigiani sono cresciuti ai piedi del santuario mariano che domina sulla frazione. Intere generazioni hanno potuto praticare il loro sport preferito e correre sulle strade di casa. Insieme hanno imparato ad affrontare le difficoltà, le salite più aspre e le discese più pericolose, ma soprattutto a rialzarsi dopo una brutta caduta. Il ciclismo insegna ai giovani che cosa sarà veramente la loro vita: a volte tutto andrà male, ma non bisognerà perdersi mai d’animo perché dopo la salita arriva sempre la discesa.
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